La posta di Carlo Silini

Attratti dal Male: sarà colpa del Diavolo?

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Carlo Silini
02.06.2022 06:00

Buongiorno signor Silini, siamo rimaste molto colpite dal suo bel commento apparso sul Corriere del Ticino di sabato 14 maggio, intitolato «La voglia di essere spaventati». Ci permettiamo di aggiungere alcune riflessioni che abbiamo fatto anche noi, ma partendo da un presupposto religioso. A tutti noi piacciono le storie perché sono più che un semplice intrattenimento: influiscono sui nostri pensieri, sui nostri sentimenti e sulle nostre azioni. Fin da bambini ci affascinavano le favole che pur avendo una morale potevano anche avere delle ripercussioni negative. Anche Gesù per insegnare raccontò delle storie, come la parabola del figliol prodigo. Il Vangelo usa poco più di 500 parole per raccontare tutto quello che succede, ma per descrivere i peccati e la condotta sbagliata del figlio ne usa solo una decina. Quindi ci viene raccontata la storia di un padre amorevole e pronto a perdonare. Si parla di azioni sbagliate ma in nessun modo queste azioni vengono messe in evidenza o esaltate o fatte sembrare belle. Ma proviamo ad immaginare come il Diavolo distorcerebbe la storia. Come sarebbe la sua versione? Probabilmente descriverebbe il padre come un uomo rigido, intransigente. Forse descriverebbe la vita del figlio ribelle a casa come molto opprimente, in cui non gli veniva data nessuna libertà, ed è molto probabile che nella storia aggiungerebbe delle parole volgari. E forse nella sua versione il figliol prodigo non si sarebbe neanche pentito, piuttosto il padre avrebbe incominciato ad ammorbidirsi e a tollerare le scelte del figlio e – chissà? – il figlio sarebbe potuto tornare a casa con una delle donne che frequentava. Quindi chi è l’ispiratore delle storie che vengono raccontate oggi usando la paura, la violenza e l’immoralità? Dal punto di vista biblico, come si legge nella prima lettera dell’apostolo Giovanni 5:19 «tutto il mondo è in potere del Malvagio». Per quale motivo quindi siamo così attratti, anzi ci diverte così tanto la narrazione della paura, della morte e del crimine? Non sarà perché tutti siamo purtroppo influenzati dal nemico di Dio?

Grazia, Chiara, Maria, Mara

Agno

Care Grazia, Chiara, Maria e Mara, troppo spesso a dominare la scena mediatica e artistica è il racconto del Male e la narrazione del Bene passa in seconda fila. Sarebbe auspicabile che, accanto ai tg, ai film e ai romanzi che ci sprofondano nella guerra, nella morte e nella paura, ci fossero telegiornali, racconti e serie tv che diano ampio spazio alla positività e alla bellezza della vita. Rispetto le vostre idee religiose, ma eviterei, invece, di attribuire al Diavolo o ad altre entità negative delle dinamiche che appartengono alla psicologia individuale e di massa, come appunto l’attrazione per i fatti negativi. Credo che fino ad un certo punto sia legittima, anzi necessaria, come le favole che raccontano ai bambini i pericoli del mondo per metterli in guardia e far loro apprezzare di più la sicurezza di vita che sperimentano in casa. E poi, di solito, il Male che viene raccontato mette a nudo le responsabilità degli uomini e fa capire che il più delle volte il Diavolo siamo noi.