Altro che gli Oasis: sarà davvero reunion fra Carlo e Harry?

I betshops, le sale scommesse londinesi, ronzano come alveari. Gli scommettitori arrivano a frotte, i bookmaker fanno affari d’oro, anche se il calcolo delle probabilità è più complicato che per lo sbarco su Marte. Si incontrano? Non si incontrano? Le voci da Palazzo si rincorrono e si smentiscono l’un l’altra. Si parla naturalmente di una reunion che, al confronto, quella degli Oasis conta come picnic. Re Carlo III accetterà davvero di rivedere il figliol prodigo che rifiuta di incontrare da oltre un anno e mezzo, quel riottoso Harry di cui respinge perfino le telefonate? Per gli inglesi, che puntano pure sulle chances di neve a Natale, l’occasione è ghiotta per giocarsi qualche sterlina sperando di fare bingo.
L’opportunità dello «storico» incontro si avvicina. L’8 settembre il duca di Sussex rimette piede a Londra, e stavolta non per uno dei tanti processi promossi contro chicchessia - giornali, giornalisti, ministero dell’Interno, polizia, e avanti un altro -, ma nella sua veste di benefattore. Harry è infatti il presidente onorario della Wellchild Awards, un’organizzazione filantropica per l’infanzia, e sarà a Londra per l’annuale assemblea di raccolta fondi. Negli stessi giorni però il papà monarca si troverà a Balmoral, anche per ricordare in famiglia il terzo anniversario della morte della mamma Elisabetta. Dove e come potrebbe avvenire l’incontro tra i due resta perciò, al momento, un mistero.
La sensazione che siano soprattutto i Sussex a diffondere le voci di una possibile, sospirata riconciliazione famigliare, è in realtà assai forte. Con i fantasmagorici contratti milionari da star holliwoodiane che si afflosciano l’uno dopo l’altro come soufflé mal riusciti, appare evidente il calcolo della coppia di ritrovare ruolo e soldi rimettendo un piede nella famiglia reale. Dopo aver sparato a zero sui parenti col sostegno decisivo di Meghan, Harry ha ripreso il progetto di fare il reale part-time, ma ad appannaggio pieno, che era stato bocciato da nonna Elisabetta negli ultimi anni di vita. Ma l’istinto paterno potrebbe spingere Carlo - questa almeno la speranza dei fuggiaschi americani- a un atteggiamento meno rigido, più disponibile a un compromesso che con l’aiuto del tempo ricomponga l’unità della famiglia.
Che il sovrano soffra della faida, come sarebbe ovvio per quasi tutti i genitori, è certo. Tutti sanno della sua vana preghiera ai due figli in guerra perché «non rendessero un inferno i suoi ultimi anni di vita». Inoltre Carlo, appassionato estimatore della filosofie orientali che esaltano l’armonia, ha sempre amato immaginarsi - e anche presentarsi al pubblico - come un «healer», un guaritore di fratture e divisioni in senso alla società e agli individui. Che non riesca a sanare quella della sua famiglia deve risultargli particolarmente penoso. Da qui, probabilmente, l’incontro dello scorso luglio tra uno dei suoi più stretti collaboratori e due fidati assistenti dei Sussex, in cui si è evidentemente parlato di un possibile ritorno dei ribelli in seno alla famiglia. Ma è una strada zeppa di buche e di ostacoli. I due principali si chiamano William e Meghan.
L’erede al trono non vuole saperne di riabbracciare il cadetto senza che i Sussex abbiano prima fatto pubblica penitenza. Ovvero, si cospargano il capo di cenere e chiedano scusa a lui e Kate per le falsità diffuse sul loro conto. Ipotesi altamente improbabile. Anche perché Meghan, sebbene ormai nella totale indifferenza di tutti i media (anche americani), continua con le punture di spillo e le irrisioni all’indirizzo della Corte londinese. Per evidenti raggioni promozionali, non ha perso l’occasione nemmeno nell’intervista di lancio della seconda stagione del suo inutile (e scarsamente seguito) programma di stile su Netflix.
All’immaginario elenco della «Cattive Cose che Accadono nella Famiglia Reale» ne ha aggiunta una sconvolgente: «Ero costretta a indossare sempre collant color carne». Oddio, che malvagia tortura! «Siamo onesti - si è lamentata- questo non è essere sé stessi... Ti fa sentire un po’ finta». Una cronista puntigliosa ha controllato che in verità in molte circostanze Meghan non indossava affatto il collant-cilicio. Ma non importa. Se dei parenti ti infastidisce perfino il colore delle calze una cosa è certa: meglio ognuno a casa sua. E se il livello degli attacchi è questo, i Windsor possono dormire tra due cuscini. La ribelle americana non è il nuovo George Washington, al massimo la sua guardarobiera.