Amnistia fiscale e autodenuncia

di MARCO BERNASCONI - Sembrava ormai defunta l'amnistia fiscale dopo la decisione del Tribunale federale che aveva cancellato le speranze della maggioranza del popolo ticinese. Ma, a volte, le situazioni che sembrano a prima vista negative generano delle opportunità. Infatti, dopo questa decisione, che ha suscitato un certo clamore soprattutto in alcuni Cantoni romandi che stavano studiando un'opportunità analoga a quella del Ticino, il dibattito è ripreso con forza nel contesto federale. Non si può disgiungere l'eventualità di un'amnistia fiscale federale dall'evoluzione già segnata del segreto bancario. Con riserva del voto delle Camere federali, ci si appresta a concedere lo scambio d'informazioni automatico entro pochi anni per cui il segreto bancario è destinato a morire. Per il momento non è ancora chiara la sorte del segreto bancario per i residenti in Svizzera che hanno capitali in Svizzera. È riuscita un'iniziativa popolare presentata dai partiti di centro che chiede in maniera estesa la tutela della sfera privata, ivi compreso il segreto bancario. L'amnistia fiscale federale generale è stata celatamente ventilata poche settimane orsono dalla consigliera federa Widmer-Schlumpf. Ci si chiede se l'intenzione a monte della consigliera federale si fonda sul presupposto della cancellazione del segreto bancario per i residenti in Svizzera. Se così fosse il provvedimento è destinato a suscitare una vivace contrapposizione. Il presidente del PLR svizzero, nei giorni scorsi, si è detto contrario all'amnistia fiscale federale generale, lasciando però aperta la possibilità di ampliare la legge che regola l'autodenuncia esente da pena. Questo ordinamento legislativo, entrato in vigore nel 2010, stabilisce la non applicazione della multa in caso di denuncia spontanea, ma chiede al contribuente di rifondere le imposte sottratte negli ultimi 10 anni con gli interessi di ritardo. Il vantaggio finanziario derivante da questa legge è trascurabile. Pertanto la riduzione del periodo di recupero dell'imposta, caldeggiata dal consigliere nazionale Regazzi, ha trovato un ampio consenso tra i parlamentari e merita di essere analizzata dalle Camere federali. Il presidente del Partito liberale svizzero propone a sua volta di estendere l'autodenuncia esente da pena anche all'IVA ed all'imposta preventiva. Pure un altro parlamentare ha presentato un atto volto a favorire l'autodenuncia. È sorta quindi una contrapposizione tra coloro che chiedono un'amnistia fiscale generale condizionata tuttavia all'abrogazione del segreto bancario anche nei confronti dei residenti in Svizzera e coloro che invece chiedono di favorire l'autodenuncia rendendo meno gravoso il prelievo fiscale. A mio modo di vedere, l'amnistia fiscale generale è indubbiamente lo strumento più adeguato per consentire un'imponente emersione di capitali. Tuttavia l'attuazione concreta di questa amnistia, proprio perché legata alla cancellazione o meno del segreto bancario, suscita, a non averne dubbio, una forte contrapposizione ideologica. Più facile invece è la modifica della legge sull'autodenuncia esente da pena: Regazzi, come detto, propone di ridurre l'onere finanziario limitando il prelievo delle imposte e degli interessi soltanto agli ultimi 3 anni; il PLR sembrerebbe, invece, voler coinvolgere in tale esenzione anche l'imposta preventiva e l'IVA. I diversi atti parlamentari, così come le numerose dichiarazioni politiche di questi tempi, sono la testimonianza di un'esigenza non più differibile rivolta ad alleggerire le conseguenze finanziarie per i contribuenti che vogliono regolarizzare la loro situazione nei confronti del fisco. A mio modo di vedere, l'estensione, in senso ampio, dell'autodenuncia esente da pena, modificando le leggi federali è una via molto più semplice ed immediata che non quella riferita all'amnistia fiscale generale, che tra l'altro comporta l'introduzione di una norma transitoria della Costituzione federale condizionata all'approvazione del popolo e dei Cantoni. Importante, ad oggi, è che dalle parole si passi alla reale concretizzazione di un ordinamento che favorisca la dichiarazione dei capitali neri. Così facendo gli evasori pagherebbero finalmente le imposte. Per conseguire questo risultato è però indispensabile che l'amnistia fiscale non si riduca soltanto ad uno strumento della prossima campagna elettorale.