Anche Mattia Croci-Torti minacciato sui social: triste e inquietante

Non solo Renato Steffen e sua moglie Qendresa. Anche Mattia Croci-Torti, negli ultimi, tesissimi giorni, ha ricevuto insulti e minacce sui social. Il tecnico bianconero, per tutelarsi e proteggere i suoi cari, ha così deciso di fare un passo indietro da Instagram. Per poi farne tre avanti (e forse molti di più) a Cornaredo, al cospetto di una formazione che faceva paura. La notizia, che abbiamo appreso e che ci è stata confermata dal diretto interessato, è tanto triste, quanto inquietante. A maggior ragione perché è di un personaggio «socialmente» apprezzatissimo che stiamo parlando. Del Crus. A sferrare nei suoi confronti attacchi subdoli, non a caso, sembrerebbero essere stati utenti lontani dalla realtà ticinese. La piaga, invero, interessa molti sportivi di alto livello. E, per la precisione, chiama in causa il mondo delle scommesse. Un mondo che non giudica i risultati per quello che sono - buoni o cattivi, con conseguenze più o meno importanti per classifiche e obiettivi stagionali - ma in quanto mero e cinico strumento di guadagno. Quanto basta per smarrire ogni briciolo di umanità ed empatia. Quanto basta per vomitare odio e seminare la paura.
L’allenatore del Lugano, per fortuna, ha le spalle larghe. E, in fondo, lo ha dimostrato anche oggi, nel dopo partita, riconoscendo i limiti di un Lugano che stava vacillando sull’orlo di un burrone. Insomma, Mattia Croci-Torti - una volta di più - ci ha messo la faccia, elevando poi il gruppo e defilandosi quando avrebbe dovuto prendersi i doverosi meriti per l’importantissimo successo contro il Basilea.
Renato Steffen, che per l’appunto ha subito lo stesso, vile trattamento del Crus, ha da parte sua preferito negarsi. «Scrivete quello che volete» ha affermato, sprezzante, rientrando negli spogliatoi e mancando di rispetto a coloro che avrebbero voluto permettergli di fare chiarezza. E, in particolare, di lanciare un messaggio costruttivo a quell’ambiente che continua a ritenerlo un punto di riferimento. Lecito, ci mancherebbe. Sottraendosi al confronto, persino non sfruttandolo, il vicecapitano del Lugano ha tuttavia perso un’occasione per dimostrarsi al di sopra di chi si nutre di insinuazioni e provocazioni.