Steffen: «Nessuna lite con Croci-Torti»

Cinque gol. Una sentenza. E una dimostrazione incontrovertibile d’inferiorità, di debolezza e di malessere. Il Lugano ci era passato già il 10 maggio, ben prima dunque del vergognoso tracollo di Thun, al cospetto del modesto Celje. Che il seme della discordia, in casa bianconera, avesse messo radici da tempo, d’altronde, era risaputo. Ora, però, le erbacce stanno prendendo il sopravvento. Spuntano ovunque, in campo e in spogliatoio. E chi è chiamato a tenerle a bada, oramai, sembra aver perso il controllo.
Ultima chance per il Crus?
Cinque gol, dicevamo. A rifilarli alla squadra di Mattia Croci-Torti, incrinando definitivamente una stagione iniziata benissimo ma conclusa in totale affanno, era stato il Basilea, che a Cornaredo - tre mesi fa - aveva altresì messo le mani sul titolo di campione svizzero. Ieri come oggi, il Lugano è invece in crisi. Mortificato in Europa e alle prese con uno gruppo in subbuglio, nel quale vanno per la maggiore malumori e infortuni. Quella di domenica contro i renani, insomma, si preannuncia come la sfida peggiore nel momento peggiore. Il più basso dell’era Croci-Torti.
Il tecnico ticinese non intende mollare, certo. E, nonostante lo sguardo perso nel vuoto della Stockhorn Arena, ha provato a sottolinearlo con forza. «Sono l’ultimo a pensare di abbondare una barca, che però sta traballando». Le scorse ore, tuttavia, devono essere state accompagnate da riflessioni a tutti i livelli. Poco importa l’esiguo scarto di tempo tra il disastro continentale e la partita della paura contro Shaqiri e compagni. Inutile girarci attorno. Si tratta di capire se esistono ancora dei margini per raddrizzare il vascello con l’attuale timoniere. E, per l’appunto, l’imminente impegno in Super League potrebbe definire - in una forma o nell’altra - i contorni del pensiero societario. Tradotto: sì, a questo punto non si può escludere che il match tra Lugano e Basilea diventi l’ultimo con il Crus in panchina. E ciò al netto delle rassicurazioni, più o meno decise, fornite dal responsabile dell’area sportiva Sebastian Pelzer sia dopo il 4-0 di Sion, sia dopo la sconfitta per 5-0 con lo Celje.
Un altro undici d’emergenza
Per una nuova presa di posizione da parte della dirigenza, ad ogni modo, bisognerà verosimilmente attendere domenica sera, attorno alle 18.30. Quando, cioè, si conosceranno trama e risultato della gara casalinga con i renani. A Cornaredo si presenta un avversario che è sì scivolata all’esordio, ma che mercoledì - nell’anticipo contro lo Young Boys e indipendentemente dagli erroracci arbitrali - ha evidenziato una volta di più le sue enormi qualità.
Il Basilea, né più né meno, viaggia a una velocità doppia rispetto ai bianconeri. E, soprattutto, può contare praticamente su tutti i suoi migliori interpreti, permettendosi di lasciare in panchina elementi come Koindredi e Kade. Tutto, naturalmente, continua a ruotare attorno a Shaqiri, sbloccatosi con i gialloneri e - per chi se lo fosse scordato - onnipotente in occasione del precedente disputato in Ticino. Il Lugano, al contrario, non ha punti di riferimento. Anzi, è letteralmente a pezzi. L’ultima esibizione europea «casalinga» nella storia del club andata in scena a Thun ha messo fuori uso Zanotti e Belhadj. Defezioni, queste, che si sommano a quelle di Brault-Guillard e Kendouci. Ne consegue che Croci-Torti dovrà con ogni probabilità perseverare con Papadopoulos terzino destro. I paradossi, tuttavia, rischiano di essere altri. Chi giocherà, infatti, al fianco di Mai? Davvero ancora l’inadeguato El Wafi? L’acerbo Kelvin? O, clamorosamente, Hajdari, un po’ separato in casa, un po’ accantonato, e ora - dopo essere stato sedotto - forse abbandonato dal mercato?
Steffen, osservato speciale
Oltre che su Croci-Torti e sulla prestazione del collettivo, i riflettori saranno però puntati su Steffen. «Non c’è stata alcuna lite fra di noi e con il Basilea sarà al 100% disponibile» ha spergiurato l’allenatore. Tesi confermata dallo stesso Steffen, che a BlueSports ha precisato: «Mia moglie mi ha avvertito di articoli su questa cosa, pensavo scherzasse. Non so da dove sia venuta questa voce, non c’è stata nessuna lite. Certo abbiamo avuto delle discussioni a livello tattico e di allenamenti, ma come diverse altre volte». A fronte di insulti e minacce ricevuti via social dalla compagna Qendresa, però, il numero 11 del Lugano ha deciso di sospendere temporaneamente gli allenamenti del figlio Lian nel vivaio bianconero.
Detto questo, la prova del vicecapitano bianconero suggerirà molto della predisposizione al sacrificio e dell’orgoglio del gruppo, così come dell’eventuale attaccamento all’attuale staff tecnico. Se, come ha tenuto a rimarcare il Crus, «nessun giocatore scende in campo per rimediare figuracce», a Cornaredo dovranno almeno vedersi il carattere e la dignità di una squadra che sul piano fisico, mentale e persino qualitativo non è in grado di fornire impulsi incoraggianti in questa fase delicatissima. Non andasse così, prepariamoci ad altre cinque gol. E a una sentenza senza appello.