Ventisei cantoni

Asterisco al voto

A Zurigo depositata un'iniziativa contro l’obbligo dell’asterisco nei documenti dell’amministrazione comunale
Moreno Bernasconi
06.06.2023 06:00

Dal 1. giugno 2022, la città di Zurigo ha introdotto per i documenti dell’amministrazione comunale l’obbligo dell’asterisco nei plurali riferiti a persone. Per non discriminare il genere femminile, finora si consigliava di rinunciare ai plurali maschili generici («cittadini», «tutti» e così via) utilizzando formule neutre come «cittadinanza» ecc. Per il legislativo zurighese, ciò non basta. L’introduzione dell’asterisco (cittadin*, tutt*) permetterebbe non solo di eliminare ogni discriminazione ma anche di evidenziare che esistono persone che non si riconoscono in un’identità di genere binaria (maschio oppure femmina).

Contro questo nuovo regolamento cittadino, a fine maggio un comitato interpartitico ha depositato alla cancelleria zurighese l’iniziativa «Ciao asterisco» corredata da 3.800 firme. Del comitato fanno parte la granconsigliera UDC Susanne Brunner, l’ex presidente socialista del Gran Consiglio Hartmuth Attenhofer e i consiglieri comunali de il Centro Benedikt Gerth e Markus Hungerbühler. «Scopo dell’iniziativa - ha dichiarato Susanne Brunner - è di bloccare un indebito intervento sulla lingua, che appartiene a tutti i cittadini e non al Consiglio comunale». Per Hungerbühler, «la lingua non può essere utilizzata per propagande politiche che dividono la società invece di unirla».

«Si dice che la lingua gender è inclusiva, ma è vero il contrario - ha rincarato - . La complicazione astrusa di queste pratiche linguistiche esclude intere categorie di persone che hanno già difficoltà di lettura». E Gerth ha aggiunto che «le autorità comunali sono tenute, nei confronti dei cittadini, a usare una lingua chiara e semplice e non le complicazioni di un asterisco».

In apparenza, l’iniziativa si limita a questioni linguistiche. In realtà, essa riflette una crescente insofferenza di larghi strati della popolazione verso la «politica di genere» portata avanti da alcuni comuni zurighesi e scuole elementari e medie. Negli ultimi mesi hanno suscitato polemiche le «Giornate gender» promosse (e poi disdette a causa delle violente reazioni che hanno suscitato) dalla scuola media di Stäfa e le lezioni tenute ai bambini da «drag queen» (travestiti) a Zurigo-Oerlikon. Durante queste lezioni, i bimbi vengono tra l’altro indotti ad avere atteggiamenti inclusivi e aperti verso una transsessualità vissuta come gioiosa e multicolore creatività. In questo contesto assai polemico, la votazione sull’Iniziativa «Ciao asterisco» va oltre un semplice regolamento linguistico comunale: rappresenta un primo test del grado di legittimazione popolare di cui gode una certa politica ed educazione gender.

Finora l’autorità federale si è mostrata dichiaratamente refrattaria a una fuga in avanti e a un’«imposizione dall’alto» (senza legittimazione popolare) dell’autorità di pratiche linguistiche fortemente divisive. La «Guida all’uso inclusivo della lingua italiana nei testi della Confederazione (edizione aggiornata del 2023)», sotto il capitolo «Pratiche di scrittura da evitare» afferma: «Non sono ammesse soluzioni che intaccano il sistema linguistico, quali l’inserimento di trattini o altre scritture sperimentali come l’uso di asterischi, chiocciole o lo schwa in fine di parola (…). Da alcuni anni sono in corso riflessioni di più ampio respiro volte a trovare soluzioni linguistiche che tengano conto delle esigenze delle persone di genere non binario.

Il dibattito è sfociato nell’uso di pratiche di scrittura eterogenee e diffuse soprattutto in rete che riconoscono come soluzione plausibile a questi problemi la neutralizzazione del genere grammaticale. Si propone l’uso dell’asterisco («car* tutt*»), della chiocciola («car@ tutt@»), della vocale u («caru tuttu»), della -x («carx tuttx») o del simbolo fonetico, detto schwa («carə tuttə») in fine di parola. Ma in particolare nel caso della lingua istituzionale non si può compromettere la chiarezza e la comprensibilità a cui i testi ufficiali, rivolti a tutti i cittadini senza eccezione, non possono rinunciare. Non spetta all’Amministrazione anticipare e risolvere un dibattito che non è ancora arrivato a soluzioni consolidate, né negli studi, né nella legge e neppure nella società». Benvenga quindi il voto sull’asterisco.