Sguardo Oltralpe

Cassis non è «un immigrato italiano» bensì un esempio di svizzeritudine

Markus Somm si è scusato con il consigliere federale dopo averlo accusato, in un podcast sui nuovi accordi con l’UE, di essere in pratica un immigrato italiano che tradisce il nostro Paese
Andrea Stern
Andrea Stern
07.09.2025 10:34

L’ex consigliere federale Moritz Leuenberger critica l’ex collega Ueli Maurer per aver accettato l’invito di Xi Jinping ad assistere a una parata militare in Cina. Lo stesso Maurer negli ultimi tempi ha più volte criticato gli ex colleghi per la gestione della crisi pandemica. Rimproveri diretti in primo luogo ad Alain Berset, inviso anche a Ruth Dreifuss per come ha retto le sorti della sua creatura, la LAMal. Dalla ginevrina sono partite note di biasimo anche verso Ignazio Cassis per le sue prudenti posizioni nel conflitto in Medio Oriente, critiche condivise da Micheline Calmy-Rey, che usa il termine «vergogna».

In tutta questa parapiglia tra Besserwisser immemori del principio «Servir et disparaître », spicca la compostezza esibita dall’ex consigliere federale Pascal Couchepin. «Non sono il maestro di etica degli altri ex consiglieri federali», si è limitato a dire.

Il biglietto «per solidarietà»

È quasi commovente anche il candore con il quale la comunità tariffale zurighese ZVV annuncia che l’8 settembre, domani, avrà luogo un controllo dei biglietti sui trasporti pubblici. Da diversi giorni sugli schermi di bus e tram compare un messaggio che avverte dell’imminente azione, invitando i passeggeri a non dimenticare il titolo di trasporto.

E l’effetto sorpresa? È superato, per la ZVV, che vuole andare oltre alla repressione e puntare sulla sensibilizzazione. L’utente, nelle intenzioni della ZVV, dovrebbe fare il biglietto non per timore di incappare in un controllo bensì per spirito di solidarietà verso la società tutta che con le sue imposte finanzia i trasporti pubblici. «Vogliamo incoraggiare i passeggeri a non viaggiare a spese degli altri», ha detto al Tages Anzeiger la portavoce Cristina Maurer.

Chi è svizzero?

Infine sono degne di nota - sebbene non di questa settimana - le scuse pubbliche rivolte da Markus Somm, opinionista di area blocheriana e caporedattore del Nebelspalter, al consigliere federale Ignazio Cassis, che in un podcast sui nuovi accordi con l’UE aveva accusato di essere, in pratica, un immigrato italiano che tradisce il nostro Paese.

Ora, si può anche contestare la decisione del Consiglio federale di rinunciare alla maggioranza dei Cantoni nella futura votazione sugli accordi con l’UE. Ma definire Cassis uno straniero è un errore, scrive Somm, perché essere svizzeri non è una questione di origini bensì di appartenenza. «Non è svizzero chi parla tedesco, francese, italiano o romancio, non è svizzero chi è protestante, cattolico o ebreo, non è svizzero chi conosce la cultura svizzera, tanto più che non esiste una sola cultura svizzera ma almeno 26 versioni cantonali, non è svizzero chi ha antenati che hanno partecipato alla battaglia di Sempach (1386)», scrive Somm, ricordando che parte degli attuali svizzeri si erano schierati dalla parte sbagliata, quella degli Asburgo.

No, è svizzero chi coglie la particolarità di questo Paese politicamente unico, ne sfrutta le straordinarie libertà e soprattutto chi si impegna in prima persona, che sia a sinistra o a destra, che sia come euroturbo o euroscettico.

Ignazio Cassis non va giudicato in base alle origini ma per quello che fa. Condivisibile o non condivisibile, è tutto profondamente svizzero.