Astronomia

Com'è vicino il cosmo più profondo

Le scoperte astronomiche lasciano strabiliati e pure sconcertati noi uomini della strada per l’incredibile numero, varietà e natura degli oggetti celesti, la potenza dei fenomeni che caratterizzano e scandiscono la vita dell’Universo – Il commento di Nicola Bottani
Nicola Bottani
Nicola Bottani
07.10.2022 06:00

Che si può dire a proposito delle scoperte che si succedono l’una dopo l’altra nel campo delle scienze astronomiche? E non è magari fine a sé stesso l’andare a scrutare nelle profondità del cosmo, con tutto quel che di preoccupante accade sulla Terra fra guerre, crisi e calamità di vario genere?

Le scoperte astronomiche (come quelle riguardanti i buchi neri di cui ci parla l'astrofisico Alberto Sesana) lasciano strabiliati e pure sconcertati noi uomini della strada per l’incredibile numero, varietà e natura degli oggetti celesti, la potenza dei fenomeni che caratterizzano e scandiscono la vita dell’Universo. Cercare di capirli, se non si è degli addetti ai lavori, appare una missione impossibile, tanta è la complessità di tutto ciò che si trova al di là del nostro pianeta (già complesso di suo), nella nostra galassia e oltre la Via Lattea stessa. Sono così variegati e complicati da far venire le vertigini.

Gli scienziati, grazie a strumenti sempre più perfezionati e mirabolanti per le capacità di rilevamento e osservazione, già oggi sono in grado di andare a sondare gli angoli più remoti dell’Universo. E in noi uomini della strada aumenta ulteriormente il senso di vertigine, perché le dimensioni e le distanze in gioco sono così grandi che risulta arduo farsi un’idea concreta della loro entità, trovare adeguati termini di paragone con ciò che possiamo toccare con mano qui sulla Terra. Possiamo però intuire facilmente che siamo ben meno di un granello di polvere nella vastità del cosmo e pure che l’arco temporale lungo il quale si è dipanata la storia di noi umani è un nonnulla, se si pensa che l’Universo ha un’età di 13 miliardi e qualche centinaio di milioni di anni.

A stupire è inoltre la capacità di visione di cui sono armati coloro che studiano le cose dell’Universo, siano essi astronomi, astrofisici oppure cosmologi. Sfornano infatti progetti a getto continuo con lo scopo di osservare e capire sempre meglio gli oggetti e i fenomeni celesti. E poiché una scoperta tira l’altra, ecco che in un futuro neanche troppo lontano potrebbero riuscire a mettere gli occhi, per così dire, sui momenti in cui tutto è iniziato, su quel che è accaduto nei primi istanti di vita dell’Universo dopo il Big Bang, l’evento che l’ha generato. Un obiettivo e un traguardo fra i più straordinari, affascinanti e incredibili mai raggiunti dall’uomo.

Se le speranze degli scienziati diventassero concreta realtà, potrebbero anche giungere nuove rivelazioni sulle particelle fondamentali. Ossia «quelle che contribuiscono a formare tutto ciò che conosciamo, vediamo, tocchiamo, ciò che siamo come uomini, esseri viventi», per dirla con le parole dell’astrofisico Alberto Sesana. Quindi, le ricerche astronomiche potrebbero pure aiutarci, fra molto altro, a capire ancora meglio come funzioniamo noi umani che siamo fatti di atomi, elettroni, protoni e neutroni. E pensando alle possibili ricadute in campo medico, per esempio, non è certamente una cosa fine a sé stessa.