Dopodomani

Futuro glorioso grazie a Web3?

Attorno a questo acronimo si sentono dichiarazioni entusiaste, atti di fede, e declamazioni sia da parte di finanziatori di start-up che di blogger e influencer
Patrizia Pesenti
Patrizia Pesenti
06.08.2022 06:00

Web3 è il futuro glorioso verso il quale siamo tutti incamminati. O forse no? Ma cosa intendono esattamente quelli che parlano di Web3? Attorno a questo acronimo si sentono dichiarazioni entusiaste, atti di fede, e declamazioni sia da parte di finanziatori di start-up che di blogger e influencer. Pronosticano un futuro migliore grazie a Web3. Nessuno però spiega concretamente come sarà questo futuro glorioso. Se fate fatica a capire di cosa si sta parlando, beh, non siete i soli. Perché in tema di Web3 tanto di quello che viene detto e ripetuto resta perlopiù vago e sommario. Un esempio fra tanti: Jack Dorsey, capo di Twitter viene citato per aver detto: «La mia speranza è che crei un mondo di pace.»

Web3 vuole essere tout court il futuro di internet, la sua terza fase - dopo la prima fase negli anni novanta quando internet è nato e la seconda fase, quella attuale con le grandi piattaforme come Amazon, Google, Facebook/Meta che vivono dei dati caricati da noi utenti.

Per gli iniziati al Web3-ismo il futuro di internet è fatto di blockchain, di finanza decentralizzata (DeFi), di organizzazioni autonome decentralizzate (DAOs), di non-fungible tokens (gli NTFs con cui si fanno le aste sulla blockchain) e naturalmente di cryptovalute. Come per ogni rivoluzione che si rispetti, la parola d’ordine è decentralizzare, ridare ai cittadini - pardon, agli utenti - la potestà sui loro dati e soldi. Da questo futuro devono sparire le piattaforme tech, le banche centrali, le normali valute, ma anche i registri fondiari e i contratti che non siano «smart». Giusto per fare alcuni esempi.

Da circa un anno Web3 è entrato nel linguaggio comune (si fa per dire) e raggruppa progetti già esistenti, in fase di sviluppo o solamente immaginati. Un nuovo nome per rendere più appetibili progetti che non decollano? Lo stesso è accaduto tra l’altro con «metaverso». Fino a che si chiamava realtà virtuale o realtà aumentata, non sembrava entusiasmare le folle. Dopo il battesimo il «metaverso» promette addirittura di traghettarci verso una nuova vita - mah. Qualcuno comincia a dire che non siamo di fronte al «futuro di internet» ma solo a una nuova confezione, un nuovo marketing.

E gli scettici sono in aumento, soprattutto dopo il tonfo delle criptovalute. Crollo non trascurabile, perché le blockchain per funzionare hanno bisogno delle criptovalute e degli stablecoins. Certo, come ha detto Warren Buffet, «solo quando l’onda si ritira si vede chi faceva il bagno nudo». Alcune «promesse del futuro» si stanno rivelando veri schemi Ponzi. Se avete tempo e voglia di inorridire, niente di meglio del sito «Web3 is Going Great» (https://web3isgoinggreat.com). Aggiorna quotidianamente la lista di aziende e progetti Web3 che appunto «facevano il bagno nudi» e li divide in: imbrogli, pessime idee, collassi, hmmm e rug pull (che significa «tirare via il tappeto da sotto i piedi» allo sfortunato investitore).

Ma Web3, inteso come blockchain e finanza decentralizzata, può darci quello che da anni promette? Finora la maggior parte delle applicazioni che viaggiano su blockchain sono ancora ferme nelle nicchie in cui sono nate. Non hanno scardinato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni centrali perché queste garantiscono giorno per giorno, concretamente e in modo affidabile, transazioni, pagamenti, registri di vario tipo. Funzionano bene e soprattutto, in paragone, lo fanno a costi irrisori. E di certo né la Banca Nazionale né un Ufficio dei registri sprecano tanto carbone e gas come le blockchain. Oggi le applicazioni Web3 funzionano quando sono circoscritte. Ma appena si allarga la cerchia degli utenti sono lontane dall’essere efficaci e sicure. Per funzionare su larga scala fanno proprio quello che non volevano - accentrano invece che decentralizzare. Come sarà il futuro impossibile dirlo. Ma se avete l’impressione che Web3 renda solo più complicato quello che oggi si può fare bene, velocemente e a ba