Good morning, Trump

Alla fine ci è arrivato pure Trump: Putin sta uccidendo senza motivo un sacco di persone. Dopo oltre tre anni di guerra in Ucraina, una valanga di morti, città devastate e un aumento delle vittime civili, il presidente USA ha attaccato apertamente il suo omologo russo. Durante una intervista e con un post sul social Truth, il tycoon sembra aver mitigato quell’incomprensibile timore reverenziale fin qui mostrato nei confronti di Putin.
Non è la prima volta che Trump condanna la Russia e minaccia nuove sanzioni, ma di certo è una novità l’uso di un determinato linguaggio nei confronti dello zar, figura sin qui sempre trattata con i guanti di velluto. Non ne ha mai fatto mistero di questa sorta di ammirazione. E pure nella sua ultima uscita, Trump ha tenuto a sottolineare come tra i due ci sia sempre stato un ottimo rapporto.
«È completamente impazzito», «sta uccidendo senza motivo un sacco di persone», «non mi piace quello che sta facendo». Considerazioni non troppo argute e in colpevole ritardo, quelle del presidente USA. Ma come si suol dire: meglio tardi che mai. Trump, tra una guerra commerciale e l’altra, sembra essersi svegliato in una giornata di fine maggio, dopo l’ennesimo devastante attacco russo sull’Ucraina, scoprendo che forse Putin non è proprio il miglior capo di Stato a cui ispirarsi. Sicuramente non un amico o un alleato. Il capo della Casa Bianca, nonostante le immancabili critiche a Volodymyr Zelensky, ha denunciato quello che gran parte del mondo ripete da mesi: Putin vuole prendersi tutta l’Ucraina. Un avvicinamento a piccoli passi verso l’Europa, quello di Trump, con l’aggiunta di un monito a stelle strisce: la Russia è destinata a cadere se cercherà di conquistare Kiev. Un avvertimento non da poco.
D’altronde le mosse di Putin stanno sfasciando la credibilità di Trump. Mentre le zar temporeggia e si rifiuta di accettare la proposta di cessate il fuoco messa sul tavolo dagli USA, il tycoon vede naufragare la sua promessa di porre fine al conflitto in breve tempo (in sole 24 ore millantò in campagna elettorale). E la strategia di incolpare Joe Biden sembra ormai non avere più presa, anche se Trump continua a ripetere che la guerra in Ucraina «non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente. Questa è la guerra di Zelensky, Putin e Biden, non di Trump. Io sto solo aiutando» a mettere fine a un conflitto «iniziato da una grossa incompetenza e odio».
L'ennesima sparatoria nel mucchio, di chi ha le idee un po’ confuse, che ha di nuovo ferito il leader di Kiev: «Il presidente Zelensky non sta rendendo alcun favore al suo Paese parlando in quel modo. Tutto ciò che esce dalla sua bocca causa problemi, non mi piace, ed è meglio che finisca». Il tycoon sa di potersi permettere un certo atteggiamento con Zelensky, perché in Ucraina senza il sostegno degli Stati Uniti sventolerebbe la bandiera del nemico. Diverso, invece, il discorso per la Russia.
Trump ha sempre cercato di coccolare l’orso di Mosca, nel tentativo di portarlo al tavolo dei negoziati. Mentre Biden tirava bordate su Putin, definito un «criminale» e un «assassino», il tycoon prova ad addomesticarlo. Tattica che, fino ad oggi, è sempre fallita. E così, alle porte dell’estate, Trump si è tuffato nelle gelide acque della realtà, colpendo di striscio uno scoglio: Putin non è impazzito, è lucidissimo, perché le sue mire espansionistiche sono palesi. E sì, in Ucraina tante persone vengono uccise senza motivo. Ma questo lo sappiamo dal febbraio del 2022. Ben svegliato, presidente Trump.