Il commento

Harry, porte chiuse al figliol prodigo

Non ti sbagli mai, coi Sussex
Antonio Caprarica
22.02.2024 06:00

Non ti sbagli mai, coi Sussex. Quanti avevano cinicamente predetto che i trenta minuti di incontro di Harry col padre sarebbero stati subito seguiti da un’intervista televisiva in America, non hanno dovuto attendere a lungo. Appena 10 giorni. La telecamera amica di Good Morning America, il famoso programma mattutino, ha raggiunto il duca sulle nevi di Whistler, in Canada, per realizzare lo scoop promesso da incessanti trailer pubblicitari: «Esclusiva – La nuova intervista con il principe Harry sulla sua vita con Meghan e su come sta suo padre re Carlo».

Avvertiti dell’annuncio, a Buckingham Palace devono aver avuto un travaso di bile. Ma come, la linea ufficiale è non dire una sillaba in più della secca diagnosi di cancro e adesso il figliol prodigo si mette a spiattellare tutto in pubblico? Stavolta però (e per fortuna), non c’era Oprah Winfrey a fargli da spalla né un ghost-writer a riempire di pepe le sue memorie né un regista di Netflix ansioso di girare un documentario-scandalo. Così alla prevedibile domanda sulla prognosi del re, Harry - che ci aveva parlato appena mezz’ora a Londra - ha risposto compunto: «Questo resta tra me e lui».

Meno male, potremmo dire tutti noi affezionati a una certa idea di decenza. Purtroppo, il seguito dimostra che il sollievo era quanto meno affrettato. Come se non avesse passato gli ultimi tre anni a spalare fango addosso ai Windsor, ecco ora il principe-celebrity cambiare d’improvviso registro e dichiarare che lui «ama la sua famiglia». E che sì, certo, il cancro di papà potrebbe avere l’effetto di riunirlo ai parenti, giacché - spiega giudizioso - «la malattia porta le famiglie a stringersi assieme». Che memoria corta. I Sussex non mostrarono tanta sensibilità quando accusarono i parenti di razzismo e altre nefandezze mentre nonno Filippo era sul letto di morte e nonna Elisabetta lottava con la sua malattia terminale…

Altri tempi. Allora la coppia era ancora convinta che con un libro e un docu-film avrebbero fatto soldi a palate (è successo ma non bastano…) e magari rovesciato la monarchia. Oggi sono solo due paria in Inghilterra, e quel che è peggio per loro, anche in America. Perciò la corte dei miracoli che circonda i duchi si affretta a presentare le parole di Harry come «un ramoscello d’olivo» per gli offesi parenti londinesi. Una fonte vicina alla coppia va oltre, e sostiene che se glielo chiedessero lo «spare» tornerebbe a Londra ad aiutare la famiglia in questo momento difficile. Purtroppo per lui, nessuno ha intenzione di farlo.

Il fatto è che il principe riluttante ha forse finalmente capito che la vita in California gli riserva solo un ruolo di comparsa accanto alla moglie Meghan. Da qui il tentativo di riappacificarsi coi Windsor e tornare a recitare una parte nel grande spettacolo reale. La malattia di Carlo rappresenta l’occasione ideale. Il calcolo è così scoperto che, in altri tempi e in altre situazioni, la reazione del Palazzo sarebbe stata furiosa. Ma oggi la priorità, anche politica, è proteggere la salute e la quiete del re. Le finte aperture dell’esule californiano vengono liquidate con un’alzata di spalle.

Se l’idea accarezzata da Harry, in crisi da astinenza pubblicitaria, è quella di riprendere temporaneamente il ruolo di «working royal» mentre papà si cura, se lo può scordare. Un alto esponente della Corte è lapidario: «La malattia del re non cambierà i termini del vertice di Sandringham», cioè l’accordo raggiunto nel gennaio 2020 alla presenza della scomparsa Elisabetta che regolava nei dettagli la Megxit. I termini dell’intesa sono assolutamente chiari e riflettono la convinzione della defunta regina, nonché del successore Carlo e dell’erede William, che non sia appropriato un modello ibrido di «working royals», cioè impegnati nelle funzioni pubbliche solo part-time, «un po’ dentro e un po’ fuori» come vorrebbe Harry.

Ammesso che il cadetto sappia ciò che vuole, a parte l’attenzione dei media. Nella stessa intervista tv ha rivelato che sta pensando di chiedere la cittadinanza americana. Detto dal figlio del re d’Inghilterra, suona più o meno come alto tradimento. Ma a pensarci bene, farebbe felici tutti. Secondo la Costituzione USA nessun membro della Corona britannica può diventare cittadino degli States a meno che non rinunci ai titoli e ai diritti di successione al trono. Se Harry davvero lo facesse, i Windsor si risparmierebbero un mal di testa e noi innocenti reporter e lettori il tormentone sul suo destino di «spare»: a chi mai importerebbe qualcosa di Mr Harry Markle?

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