Il commento

HCL, il gap resta abissale

«Il Lugano ha sperimentato sulla propria pelle quanto ancora sia abissale il gap che lo separa dai campioni svizzeri in carica. E sa, adesso, quanto lavoro lo aspetta per provare a colmarlo»
Flavio Viglezio
02.04.2022 06:00

Si è chiusa senza drammi, la stagione del Lugano. Quasi a tarallucci e vino, con gli applausi del popolo bianconero, la soddisfazione per aver eliminato il Ginevra nei pre-playoff e la consapevolezza di aver dato tutto – a livello di impegno – contro lo Zugo. La presidente Vicky Mantegazza, il direttore sportivo Hnat Domenichelli e coach Chris McSorley non hanno accampato scuse, riconoscendo la netta superiorità dei campioni svizzeri in carica. Paradossalmente, nel processo di crescita di un club che punta a tornare in alto a medio termine, l’eliminazione dai playoff in sole quattro partite potrebbe anche rivelarsi proficua. Il Lugano ha sperimentato sulla propria pelle quanto ancora sia abissale il gap che lo separa dai campioni svizzeri in carica. E sa, adesso, quanto lavoro lo aspetta per provare a colmarlo. L’impresa si annuncia complicata, anche e soprattutto perché la società bianconera si è imposta dei limiti di budget che impediscono di rivaleggiare sul mercato con le realtà dei club di punta. Anche se i risultati sembrerebbero indicare il contrario, il Lugano rispetto a dodici mesi fa ha effettuato chiari progressi in materia di identità di gruppo. Sono insomma state gettate fondamenta più solide rispetto al recente passato, ma la costruzione dell’edificio bianconero necessita non solo di una maggiore profondità a livello di effettivo, ma anche di un numero più elevato di elementi in grado di garantire un effettivo salto di qualità. Non basteranno impegno, disciplina e motivazione, per agguantare lo Zugo. E anche Chris McSorley, dopo un anno di «apprendistato», dovrà dimostrare di aver capito e metabolizzato la realtà ticinese e bianconera in particolare.

Dirigenza e staff tecnico sanno perfettamente che le lacune evidenziate durante una regular season caratterizzata da troppi alti e bassi, dovranno necessariamente essere colmate. Non sono mancate le attenuanti, a partire da una lunghissima serie di infortuni che hanno pesantemente condizionato il rendimento della squadra durante un mese di ottobre – e una buona parte di novembre – da incubo. Occorre però allo stesso tempo ricordare che nelle fasi conclusive del campionato i bianconeri hanno perso tutti gli scontri diretti – contro ZSC Lions, Davos, Losanna e Ginevra – decisivi per una qualificazione diretta ai playoff prima e per iniziare in casa i pre-playoff in seguito. E il nono posto in classifica – che ha di fatto costretto il Lugano a sfidare lo Zugo già nei quarti di finale – è stato senza dubbio deludente, considerando le ambizioni della vigilia, sull’onda lunga della seconda piazza conquistata dodici mesi prima da Serge Pelletier. Ha insomma alternato il meglio al peggio, questo Lugano targato Chris McSorley. Anche a causa di scelte e decisioni non sempre comprensibili.

A cominciare dalla gestione degli stranieri e di Mikkel Boedker in particolare. Inutile girarci attorno: il club non ha avuto il coraggio di separarsi nel corso del campionato dal clamoroso flop danese – 30 partite di fila senza gol! – e lo ha pubblicamente difeso prima di emarginarlo nel post season. La situazione andava senza dubbio risolta prima. Rimane un mistero la questione legata a Libor Hudacek, liberato dopo un’infinita serie di partite in tribuna nonostante le otto reti firmate in dieci presenze. E la scelta di ingaggiare il portiere canadese Leland Irving per sostituire l’infortunato Niklas Schlegel si è pure rivelata poco azzeccata. Il mercato estivo potrebbe regalare clamorose sorprese proprio in merito al ruolo dell’estremo difensore. Le prestazioni poco convincenti di Schlegel nei playoff – e l’impiestoso paragone con Genoni – hanno fatto germogliare il tarlo del dubbio nella mente della dirigenza bianconera. Le parole di Vicky Mantegazza e di Hnat Domenichelli sono state piuttosto chiare, a proposito. Sì, l’eliminazione per mano dello Zugo potrebbe davvero rivelarsi proficua.