Il commento

Il denaro non è tutto

Il taca la bala di Tarcisio Bullo
Tarcisio Bullo
Tarcisio Bullo
10.03.2023 06:00

Provo un sottile, perverso piacere di fronte alle imprese del Milan e del Bayern Monaco, che hanno interrotto agli ottavi di finale il percorso europeo di Tottenham e Paris St.-Germain. Gli inglesi sono figli di quella Premier League dominante almeno dal punto di vista delle risorse economiche, una lega disposta a comprare tutto a qualsiasi prezzo, a ingigantire la rosa delle proprie squadre a sproposito, quasi sempre senza lo straccio di un progetto. Col risultato che questo scriteriato modo di fare calcio, che si basa sul «saccheggio» dei migliori vivai del mondo grazie ai soldi infiniti incassati dalla vendita dei diritti televisivi, finisce per drogare il mercato, dilatando i costi di tutti e impoverendo sempre più i campionati degli altri.

Il Paris St.-Germain non è da meno, anche se nella galassia della Première Division francese balla da solo, potente e arrogante grazie ai soldi che arrivano dal Qatar e gli hanno permesso di ingaggiare giocatori come Neymar, Mbappé o Messi, mettendo a segno gli acquisti più cari della storia del calcio. Il club della capitale ha già in tasca l’ennesimo titolo nazionale, ma il suo obiettivo non era questo: l’emiro Tamin bin Hamad Al Thani, proprietario della società (e in rotta col Municipio di Parigi a causa dello stadio), da anni insegue la Champions League, purtroppo per lui senza successo. Nelle ultime sette edizioni del trofeo, cinque volte i parigini sono usciti agli ottavi di finale, una volta sono arrivati in semi e un’altra volta in finale, perdendo però.

Dunque, anche nel calcio moderno, dove imperano business e tecnologia, è possibile che club con minori potenzialità rispetto all’avversario riescano a vincere, cambiando il corso della storia. In questo senso, i casi di Milan e Bayern Monaco, società che comunque appartengono alla nobiltà del calcio europeo, sono differenti. Se il Milan secondo uno studio di Deloitte (Deloitte Football Money League 2023) è classificato al 16. posto della classifica europea, il Bayern Monaco è invece 6. e davanti al Tottenham (9.), ma il suo modello di business è completamente differente dagli altri club del Vecchio continente, visto che la società non è partecipata da grandi gruppi finanziari o fondi internazionali, ma si basa in gran parte sulla forza dei suoi 300 mila soci (cifra aggiornata a febbraio 2023 secondo il sito Transfermarkt) e su un saper fare che dovrebbe essere considerato un esempio virtuoso da tutti. Organizzazione, marketing (l’AllianzArena è uno stadio che fattura ogni giorno, anche quando non si gioca a calcio), scouting e la forza dei soci: questo è il Bayern.

Sempre secondo il citato studio di Deloitte, per la prima volta più della metà dei primi 20 club (11 su 20) provengono da un solo Paese, l’Inghilterra, evidenziando ulteriormente la superiorità finanziaria della Premier League. Un Eldorado che a questo punto inquieta Parigi: di fronte alle continue delusioni vissute col PSG, i qatarioti a quanto pare sarebbero tentati di acquistare il Manchester United sbarcando in Premier. Le trattative col club secondo alcune fonti parigine sono in fase avanzata. Non sono solo i soldi, che dalle parti di Doha non mancano, ad ispirare le scelte dell’emiro, che benché si premuri di far sapere che è un autentico tifoso del PSG, sogna traguardi più grandi rispetto a quanto ha potuto raccogliere finora. Realisticamente, i fallimenti dei parigini derivano anche dal contesto del massimo campionato francese: non si può sperare di far strada in Champions League se ci si arriva disputando un torneo dai valori tecnici decisamente inferiori alle necessità richieste per fare strada in Europa. E allora attenti, perché se tanto mi dà tanto, il PSG potrebbe diventare presto semplicemente un club satellite del Manchester United.