Pensieri dal battellino

Il Paese che cambia

Probabilmente ciò che un tempo era diretta emanazione dei partiti oggi è diventato un potere autonomo che si autorigenera
Bruno Costantini
20.05.2023 06:00

Per l’Ascensione avremmo voluto salire sul San Salvatore seguendo, come tutti i bravi luganesi, l’Arciconfraternita della Buona Morte (che solo a nominarla mette sempre un po’ i brividi costringendo già a mezza mattina a bersi grandi sorsate di Barbera fatto col mulo prima ancora di metter mano al pranzo al sacco). Arrivati a Paradiso con il battellino abbiamo però rinunciato all’ascensione in vetta perché era nuvoloso. Asia sperava almeno di vedere fare la sua solita nuotatina nel lago il compagno deputato Maurizio Canetta, direttore della RSI in pensione la cui candidatura al Gran Consiglio era stata giudicata «inopportuna» dal suo successore a Comano Mario Timbal. Sia mai che, con all’orizzonte l’iniziativa sulla riduzione del canone a 200 franchi, la gente faccia uno più uno e arrivi alla conclusione che nel «terrario» di maspoliana memoria comandano davvero i rossi. La mia amica microinfluencer del lago dice che sono frottole e forse ha ragione. Probabilmente ciò che un tempo era diretta emanazione dei partiti oggi è diventato un potere autonomo che si autorigenera.

Per cercare di scrollarsi di dosso certe etichette, la Società cooperativa per la radiotelevisione nella Svizzera italiana, la CORSI, in previsione delle prossime nomine di presidente e vicepresidente ha deciso che per «opportunità i nominati non dovranno rivestire, al momento dell’entrata in carica o successivamente, funzioni dirigenziali - presidenza, vicepresidenza, membro dell’ufficio presidenziale - in seno a partiti o movimenti politici d’interesse cantonale». Tancredi, nipote del principe di Salina, a un certo punto nel Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa dice una frase divenuta celebre: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». E allora cambiamo perché il Paese è tutto un cambiamento. A Faido, per dirne una, il Municipio esprime preoccupazione per il futuro degli impianti di risalita di Carì che accumulano solo deficit. Toh! Sono vent’anni, da quando il Tamaro fece la riconversione in stazione estiva, che studi su studi pagati dai contribuenti confermano che in Ticino non è più sostenibile investire nello sci. Al di là di Carì, tutte le volte che la politica ha affrontato l’argomento si è rifatta a Tancredi. Viva il Paese che cambia.

A questo proposito Asia si aspetta che finalmente venga sussidiato lo sci nautico del quale lei e i suoi amici radical-chic sono patiti. Poi ci sono problemi più grandi anche dal lato finanziario. Sono passati trent’anni da quando l’allora ministro cantonale delle Finanze Dick Marty definì la cassa pensione dei dipendenti statali una Rolls-Royce. Oggi non è più tale e docenti e statali scendono in piazza contro il taglio delle future rendite, risultato dell’inazione politica del passato, fatta salva qualche eccezione. Si può capire il malcontento e bisognerebbe fare i conti con quella classe politica nemmeno gattopardesca perché non ha neanche fatto finta di cambiare, ma tecnicamente oggi la cassa non sta più in piedi e una soluzione va trovata. La mia amica suggerisce di invitare la veggente di Trevignano Romano che, oltre a ricevere messaggi terribili dalla Madonna, sostiene di avere moltiplicato gnocchi, coniglio e pizza. Avremmo dovuto tenerci stretto il veggente piemontese che diceva di parlare con la Madonna a Scarpapè sopra Giubiasco. Con un po’ di impegno avrebbe potuto imparare anche lui a moltiplicare gnocchi, pizze e rendite pensionistiche.