Dopodomani

Intelligenza tanta fretta

A sentire gli addetti ai lavori parrebbe che sistemi intelligenti come gli umani (Artificial General Intelligence) e anche molto di più (Artificial Super Intelligence) siano dietro l’angolo
Patrizia Pesenti
Patrizia Pesenti
23.05.2025 06:00

Terminator - ricordate i robot assassini che nella serie di fantascienza dei primi anni Duemila sono autocoscienti e animati da una super intelligenza artificiale? Per fortuna Arnold Schwarzenegger, che impersona uno di questi cyborg, viene riprogrammato e così salva il genere umano. Dobbiamo prepararci a qualcosa del genere? A sentire gli addetti ai lavori parrebbe che sistemi intelligenti come gli umani (Artificial General Intelligence) e anche molto di più (Artificial Super Intelligence) siano dietro l’angolo. Sono proprio alcune aziende che oggi sviluppano l’intelligenza generativa, tipo ChatGPT, a parlarne. E lo fanno da una parte in toni apocalittici e dall’altra presentano la loro azienda come quella che potrebbe vincere la corsa dell’intelligenza super-umana. Un messaggio davvero ambivalente. Così più che all’apocalisse viene da pensare che possa trattarsi di una strategia per tenere di buon umore gli investitori. Del resto, il volume di investimenti che confluiscono nell’intelligenza artificiale è senza uguali.

OpenAI, Google DeepMind, Anthropic, Meta, per citarne solo alcune, oggi producono sistemi basati sui modelli di linguaggio, ma lavorano alacremente a quelli super intelligenti. Per esempio, la Microsoft, oltre a finanziare ChatGPT, fa squadra con una azienda svizzera, la Inait di Losanna, per sviluppare un modello di intelligenza simile ai cervelli dei mammiferi. Poi, però, proprio S. Nadella, il CEO della Microsoft, getta acqua sul fuoco ed è il primo a dubitare dell’arrivo a breve di robot più intelligenti di noi umani. In un certo senso è tranquillizzante pensare che tutto il parlare di intelligenza generale o sovraumana serva a far passare meglio lo spot pubblicitario destinato agli investitori. Meno rilassante, però, ascoltare tanti pionieri dell’IA sconcertati dalla corsa a loro dire irresponsabile verso questo tipo di intelligenza artificiale.

Forse per queste aziende l’intelligenza artificiale attuale, pur strabiliante nel generare testi e immagini, non è già più interessante. Troppo rigida, troppo avida di dati e incapace di interagire nel mondo reale. L’obiettivo adesso sono i sistemi intelligenti che imparano da soli e capaci di creatività. Di certo ChatGPT non riuscirà mai a ragionare come un umano. Poco importa se restiamo a bocca aperta davanti alla fantastica abilità di produrre testi e immagini, di interagire con noi come esperti o partner romantici oppure psicoterapeuti. Resta il fatto che l’intelligenza generativa non capisce quello che dice, non ragiona e non impara. Certo, in parecchi contesti ha già sorpassato le normali capacità umane. Per esempio, nel codificare oppure in certe diagnosi mediche i sistemi IA attuali battono gli umani. E i progressi sono stati veloci. Volendo approssimare, un anno fa l’intelligenza artificiale dava risposte al livello di un liceale, adesso di uno studente universitario. Ma genera un testo o un’immagine, non pensa.

Chissà perché noi umani abbiamo tanta fretta di avere a che fare con sistemi che ragionano meglio di noi? Che succeda tra pochi anni - improbabile - o tra una generazione, la corsa è lanciata e ogni azienda, ogni nazione vuole arrivare prima.

È ragionevole non aspettarci che robot distopici e spaventosi prendano possesso della terra - perlomeno non in un prossimo futuro. Ma un problema lo abbiamo comunque, perché noi non siamo pronti, a dir la verità neppure per l’intelligenza generativa attuale, quella che possiamo scaricare dal nostro smartphone. Dove sono le «istruzioni per l’uso»? Per esempio, per le scuole, per il convivere sociale o per la democrazia? Siamo tutti d’accordo che l’intelligenza artificiale debba servire al bene di tutti, al proposito una delle riflessioni più belle è la recente nota Antiqua et nova della Santa Sede. Ma non siamo pronti. Nessun governo si sta preparando.

E, del resto, come facciamo a prepararci se ancora non capiamo bene cosa sta succedendo?