La magica arte di far sognare il mondo

Antonio Mariotti
24.02.2014 05:05

di ANTONIO MARIOTTI - Daniele Finzi Pasca ce lo aveva confessato con un misto di timore ed entusiasmo prima ancora che la grande avventura dei Giochi olimpici avesse inizio: «Lo stadio di Sochi è il più grande teatro che sia mai stato costruito». Dopo aver assistito alla grandiosa cerimonia di chiusura di ieri sera, il minimo che si può dire è che il regista ticinese ha saputo sfruttare al meglio le enormi potenzialità spaziali e tecnologiche di un simile palcoscenico che, a sedici giorni di distanza dall?apertura della manifestazione, è tornato ad entrare nelle case di milioni di persone sparse nel mondo intero. Sedici giorni che per la sterminata équipe guidata da Finzi Pasca e dai suoi collaboratori devono essere stati non meno impegnativi di quelli vissuti da molti dei protagonisti dei tanti exploit sportivi che si sono registrati durante questi Giochi. L?inevitabile stress non ha però fatto dimenticare l?ironia con la quale è stata sottolineata l?imbarazzante gaffe mediatica dello spettacolo inaugurale: quel quinto fiore che proprio non voleva saperne di trasformarsi in anello. Al di là di questo vero e proprio lampo di genio, il regista luganese, a otto anni di distanza dallo spettacolo creato per le Olimpiadi di Torino, ha soprattutto mostrato la maturità raggiunta dalla sua arte, oggi in grado di abbracciare con sobrietà ma anche con grandezza lo sconfinato territorio della cultura russa (pittura, musica, balletto, letteratura, circo), consapevole di non essere più il giovane sconosciuto che fa di tutto per mettersi in mostra, ma piuttosto l?artista affermato che strizza l?occhio alla propria città (la statua dello Spartaco del vela inserita nel count down) sfruttare gli incredibili mezzi che gli vengono messi a disposizione per regalare a ciascuno un piccolo sogno personale. In questo senso, le centinaia di bambini provenienti da tutta la Russia che, dopo lo spegnimento della fiamma olimpica, si portano a casa una minuscola fiammella diventano i rappresentanti della generazione futura alla quale la classe politica, Putin in testa, che tanto ha fatto per far sì che questi Giochi avessero luogo, ora deve qualcosa, ovvero la possibilità di cercare di realizzare i loro sogni, siano essi sportivi, artistici, intellettuali o più semplicemente di libertà. Dopo questo oceanico bagno di folla, e dopo aver portato a termine anche la cerimonia d?apertura delle Paraolimpiadi del prossimo 7 marzo, Daniele Finzi Pasca tornerà alla dimensione più «modesta» delle sale teatrali da mille o duemila posti. Siamo però certi che nei suoi prossimi spettacoli si ritroverà traccia, direttamente o indirettamente, del grande sogno che ha vissuto in prima persona a Sochi e dei tanti sogni che ieri ha saputo far vivere a tanti giovani spettatori sparsi nel mondo intero.

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