La mezza capriola leghista sul binario morto

Non è un no e non è un sì. E allora che cos’è questo mezzo arrocco, per giunta provvisorio, con scambio di Divisioni e competenze tra due Dipartimenti tanto distanti tra loro e due consiglieri di Stato che, prima dell’assurda proposta di un arrocco totale di responsabilità politico-amministrative, non hanno di certo brillato per collaborazione e gioco di squadra (lontano dai periodi elettorali)? In sostanza, il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi si occuperà di dossier sensibili del Dipartimento del territorio, formalmente sotto la conduzione di Claudio Zali dalla sua entrata nell’Esecutivo. E viceversa. Uno scambio di incarti, di dipendenti e alti funzionari che si troveranno a breve un altro conduttore, con altre idee e diversi obiettivi. Tutto questo caos (forse nemmeno fino al 2027) è semplicemente ridicolo. Lo scambio, ovviamente, concerne ciò che la coppia Gobbi-Zali, con il beneplacito degli altri tre consiglieri di Stato, era disposta a passarsi di mano seguendo la logica degli interessi reciproci e chissà quali altri “ragionamenti” che difficilmente verranno svelati a noi comuni mortali cittadini elettori di questa bizzarra terra del Ticino della politica. E dire che il Mattino (nota doverosa: «che non è il giornale della Lega») ci raccontava del coraggio di questa mossa, voluta per «uscire dalla comfort zone». Solo sacrosante “balle” servite ad arte e che hanno contribuito a fare scorrere in anticipo i titoli di coda su una legislatura già incrinata dalla pochezza dell’azione politica e ostaggio della gazzarra tra partiti in Parlamento. Quadriennio che, pare sempre più evidente, nessuno potrà ormai salvare dal declino sterile e improduttivo.
Nel partito di maggioranza relativa c’è poi chi si è prodigato per annullare la più piccola briciola di dignità istituzionale vantandosi di essere l’artefice dell’idea “scambista”. Il coordinatore leghista Daniele Piccaluga che, come un ariete, da quel giorno non ha più trovato misura, lucidità e ragionevolezza. Tutti sono diventati nemici della Lega, tutti partitocratici, tutti fessi, tutti retrogradi: tutti non capivano o non volevano capire. E la colpa di tutto è sempre degli altri. Autocritica zero. Parole e scritti firmati da Piccaluga lanciando di volta in volta l’amo alla ricerca di qualche pesce boccalone. E quando la pesca andava in bianco, giù a frignare facendo il Calimero. In attesa del suggerimento per la mossa successiva. Qui di geniale non c’è proprio nulla, né l’idea, né le sparate, men che meno lo sono quei suggeritori che agiscono dietro le quinte.
Ora il Governo ha avallato questa mezza capriola leghista, forse anche per evitare profondi strappi personali e roboanti uscite pubbliche. Questo sì nell’intento di salvaguardare un interesse generale e non per un tornaconto particolare, per giochi di bottega leghista, in prima battuta solleticando anche potenziali appetiti elettorali “Made in PLR”. Quella che, a microfoni accesi, potrebbe apparire come una novella a lieto fine, cela settimane di tensioni all’interno del Consiglio di Stato, un collegio che mai in passato si era spinto a bollare con questo termine l’agire di uno o più dei suoi membri: «Il Governo ha preso atto con disappunto delle modalità di comunicazione pubblica sull’argomento e ha deciso di prendersi il tempo necessario per analizzare la questione. I consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali si sono scusati, riconoscendo di aver anticipato i tempi dell’informazione in merito a una richiesta che in Governo era stata formulata, ma non ancora discussa». Davvero clamoroso, un unicum storico, comprese le scuse dopo che Gobbi e Zali avevano infranto la sacralità del potere Giudiziario presentandosi nel momento clou dell’anno per rendere ufficiale ciò che era solo una piccolissima chiacchiera. Uno smacco che non si può cancellare con faciloneria, e i due consiglieri di Stato lo sanno, mentre ad altri leghisti questo sfugge.
E ora attendiamo i fatti di questa fantasmagorica trovata che sa più di marketing politico che di sostanza operativa «nell’interesse dei ticinesi», come ci ripetono alla noia i politici benpensanti, leghisti in primis. Che dire? Ora attendiamo le idee (provvisorie pure queste?) e un briciolo di serietà. In attesa di tutto questo, buone vacanze a tutto il Governo, nella speranza di un futuro più lucido e radioso per tutti.