Ventisei Cantoni

La riscossa di Maudet?

Solo due anni fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla possibilità che Pierre Maudet si ripresentasse alle elezioni cantonali ginevrine con reali possibilità di rientrare in Consiglio di Stato
Moreno Bernasconi
14.03.2023 06:00

Solo due anni fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla possibilità che Pierre Maudet si ripresentasse alle elezioni cantonali ginevrine con reali possibilità di rientrare in Consiglio di Stato. Era un paria della politica, additato dai giornali come un corrotto che approfitta della propria posizione di magistrato per farsi pagare viaggi faraonici con la famiglia negli Emirati arabi uniti da imprenditori compiacenti. Espulso dal proprio partito cantonale e abbandonato al suo destino dal partito nazionale. E invece, nell’imminenza del verdetto delle urne, l’irriducibile enfant terrible della politica ginevrina può credere al miracolo e alla sua riscossa. Dal recente sondaggio realizzato dall’agenzia M.I.S Trend emerge infatti che dal fuoco incrociato di una battaglia che contrappone ben ventitre candidati al Consiglio di Stato, Pierre Maudet potrebbe uscire fra i vincitori. Sarebbe clamoroso. I risultati del sondaggio vedono ai primi posti tre consiglieri di Stato uscenti: il socialista Thierry Apothéloz con il 28% delle intenzioni di voto; la liberale radicale Nathalie Fontanet, con il 27%; il Verde Antonio Hodgers, col 25% di intenzioni di voto. Sebbene il bilancio politico di Apothéloz alla testa del Dipartimento della coesione sociale non sia brillante, la sua rielezione appare assicurata. Come quella di Nathalie Fontanet, il cui percorso personale e politico - segnato da una tenacia e da un’efficacia considerevoli - è apprezzato dentro e fuori la sua area politica. Nell’Esecutivo cantonale da dieci anni, anche il capo del Dipartimento del territorio Antonio Hodgers si è costruito una vasta base di consensi grazie ad un’attività concreta, segnatamente nel campo della politica energetica. Enorme sorpresa del sondaggio, col 20% delle intenzioni di voto, Pierre Maudet si piazza addirittura al quarto posto sorpassando l’uscente Fabienne Fischer dei Verdi (solo il 19% delle intenzioni di voto), che si era vista catapultata in Governo proprio a causa dell’«affaire Maudet» e che aveva ripreso il Dipartimento da lui diretto. Nelle intenzioni di voto, la Verde Fabienne Fischer è raggiunta dalla promettente socialista Karole-Anne Kast, sindaca di Onex e molto attiva nell’Associazione cantonale degli inquilini. Fischer appariva già fragile prima dell’elezione suppletiva del 2021 e la sua attività di governo non ha convinto né a sinistra né a destra nei due anni passati. Il seggio della Verde Fischer è vacillante. Agguanta il settimo posto nel sondaggio il noto chirurgo Philippe Morel, transfuga del PLR (che non lo voleva) e candidato dal Movimento cittadino ginevrino MCG. Morel è fortemente sostenuto da una delle personalità politiche più carismatiche di Ginevra, l’uscente del MCG Mauro Poggia, che non si ripresenta al primo turno. Se il sondaggio verrà confermato, l’ex appestato Pierre Maudet rientrerebbe nella stanza dei bottoni della città sul Lemano. Non più come liberale radicale e col rischio di essere un consigliere di Stato senza che il suo partito sia rappresentato in Gran Consiglio. La soglia di sbarramento a Ginevra è infatti molto elevata ( il 7%) e il nuovo partito da lui fondato (Libertà e Giustizia sociale, che riecheggia lo storico motto dei radicali ginevrini fondati da James Fazy) potrebbe rimanere escluso dal Parlamento cantonale. Ma paradossalmente, il fatto di presentarsi con un piccolo manipolo di commilitoni che hanno creduto in lui scampando al naufragio nella peggiore delle tempeste politiche ginevrine da decenni e il fatto di essere stato riabilitato dalla giustizia fanno apparire Maudet come un capitano senza paura, vittima di una procura prevenuta e ostile (che ha fatto ricorso al Tribunale federale), di una campagna dei suoi nemici politici (e tradito dai suoi stessi ex-amici, come recita il proverbio). E chi da presunto reo di tutte le nefandezze finisce per apparire vittima di un ingiusto accanimento suscita di solito simpatia. A fare le spese del pasticciaccio brutto è purtroppo il suo ex partito. Un partito liberale radicale che ha fatto grande Ginevra e fu, in passato, onnipotente. E che - comunque vadano le cose - appare ormai devastato.