Pensieri dal battellino

Le galline di Tito

C’è poco da sperare nella revisione dei compiti dello Stato se la politica non riprenderà in mano il suo ruolo
Bruno Costantini
15.11.2025 06:00

Asia è tornata soddisfatta dalla parata della zucca svoltasi alla fiera di San Martino a Mendrisio. Sono andato a prenderla con il battellino al pontile di Capolago, approfittandone per rifornire di Barbera fatto col mulo il Basso Ceresio. La mia amica microinfluencer del lago e content creator, forse perché navigando ha preso freddo, non vedeva l’ora di sbarcare per impellenti bisogni fisiologici, facendomi una filippica sulla necessità di installare servizi igienici a bordo. La questione non è semplice perché l’epoca odierna, con le nuove parole d’ordine politicamente corrette sulla convivenza tra maschi, femmine e transgender, è difficile anche per i cessi. Lo conferma quanto si è letto sulla recente seduta del Consiglio comunale di Burgdorf, nel Canton Berna, che ha accolto la proposta di Verdi e socialisti di eliminare gli orinatoi dagli edifici scolastici, tra chi ha difeso i pissoir per motivi di praticità e di igiene (perché i maschi mirano male) e chi invece li ha criticati come simboli di un machismo superato. Non volendo impelagarsi formalmente in questioni «gender», la maggioranza ha approvato l’abolizione per ragioni di sicurezza e di protezione dei bambini dal rischio di mobbing. La democrazia è bella e insostituibile perché permette di discutere di tutto.

D’altra parte il tema dei bagni non è nuovo in Svizzera e nemmeno in Ticino. Anzi, la mia amica propone ora di aggiornare il dibattito con un censimento sul machismo dei pissoir negli edifici pubblici cantonali, nominando a Palazzo una/un burocrate dei cessi con formazione accademica che possa fornire a Governo e Parlamento un argomento per svagarsi e vendere un po’ di fiducia nel futuro. Suvvia, non si potrà andare avanti solo con denunce, omertà e storiacce, commissioni d’inchiesta, buio totale sull’applicazione delle decisioni popolari e sul risanamento delle finanze, retorica iperbolica per giustificare operazioni sempre meno giustificabili. Ha ragione il copresidente socialista Fabrizio Sirica, non sospettabile di essere un ideologo della motosega felice, quando afferma che in tempi di vacche magre non devono esserci vacche sacre, con riferimento ai sussidi per il settore alberghiero, versati anche a chi non ne ha bisogno, che saranno discussi la prossima settimana dal Gran Consiglio.

Di galline e non di vacche ha invece parlato su questo giornale Tito Tettamanti, fornendoci un bell’esempio delle follie che accadono quando la democrazia è occupata dal potere burocratico. Ha scritto l’avvocato finanziere: «Ho due galline e ogni anno debbo riempire un formulario di 8 pagine inviatomi dal Dipartimento delle finanze e dell’economia, Divisione dell’economia, Sezione dell’agricoltura, Ufficio della gestione dei dati agricoli del Canton Ticino, che viene successivamente trasmesso all’Amministrazione cantonale d’agricoltura, statistica e veterinaria, agli Uffici federali dell’agricoltura, di statistica, dell’ambiente, all’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria, all’Ufficio federale dell’approvvigionamento economico del Paese, all’Amministrazione federale delle dogane, alla TSM Fiduciaria Sagl, ai laboratori cantonali, alla Banca dati sul traffico di animali (!!!)». C’è poco da sperare nella revisione dei compiti dello Stato se la politica non riprenderà in mano il suo ruolo. Io, Asia e il mulo del Barbera continuiamo comunque a dormire sonni tranquilli perché sappiamo che un solerte burocrate veglierà sempre su di noi.

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