Le incognite di una scelta mancata

di GIOVANNI GALLI - È stata una scelta - ma sarebbe più corretto dire una non scelta - sofferta e sorprendente. Sofferta perché il gruppo parlamentare del PLR si è spaccato letteralmente in due sul numero di candidati ufficiali da presentare all'Assemblea federale e perché per decidere si è resa necessaria una discussione molto più lunga di quanto il «timing» iniziale lasciasse supporre. Sorprendente perché nella storia recente il PLR ha sempre presentato un doppio ticket, riuscendo sia a far eleggere uno dei due candidati ufficiali sia a difendere il seggio stesso, come quando nel 2009 ci fu l'assalto del PPD al posto lasciato vacante da Pascal Couchepin. I rappresentanti alle Camere hanno fatto i loro calcoli e optato per la soluzione meno rischiosa. Pierre Maudet, che inizialmente sembrava destinato ad essere sacrificato, è riuscito a far breccia e ad accrescere le sue quotazioni nel gruppo. Che messo di fronte al dilemma di chi escludere fra tre candidati all'altezza ha preferito non scegliere; pensando forse che l'esclusione di un pretendente avrebbe potuto in qualche modo ritorcerglisi contro. Il partito non si poteva permettere di escludere Ignazio Cassis, capogruppo in Parlamento ma soprattutto candidato di un cantone e di una regione (la Svizzera italiana) ai quali sin da subito è stata riconosciuta «coram populo» l'aspirazione a rientrare in Consiglio federale, dopo quasi un ventennio. Lasciarlo fuori di punto in bianco, senza validi motivi di ordine superiore, sarebbe suonato come un affronto. Anche Isabelle Moret non poteva non far parte del ticket. Non tanto perché è vicepresidente del partito, ma piuttosto perché c'era una forte attesa sia all'interno del partito sia in generale nel mondo politico affinché il PLR candidasse anche una donna. Tarpare brutalmente le ali all'unica candidatura femminile avrebbe aperto scenari imprevedibili, non da ultimo quello di candidature selvagge, soprattutto da parte della sinistra e di chi ritiene che la presenza delle donne in Consiglio federale sia più importante degli equilibri regionali. Anche l'inserimento di Maudet nel ticket, ampliando la possibilità di scelta delle Camere, allontana ulteriormente lo scenario di una candidatura esterna.Ma la sua presenza in corsa con la casacca ufficiale è una questione più di sostanza che di principio. L'ambizioso consigliere di Stato ginevrino ha saputo pian piano conquistarsi attenzioni e considerazione anche nella Svizzera tedesca. Non a caso un giornale influente come la NZZ proprio ieri ha definito lui e Cassis (senza menzionare Moret) «valide opzioni» per affrontare le sfide che attendono il Governo. Fra rappresentanza regionale ed esperienza federale (Cassis), questione femminile (Moret) e riconosciute qualifiche (Maudet), il PLR ha preferito tenersi aperte tutte le opzioni, demandando la scelta al Parlamento. La domanda da cento milioni a questo punto però è un'altra. Quanto questa tripla candidatura può incidere sulle chance di Ignazio Cassis? È presto per dirlo. Si possono solo fare speculazioni. Per definizione una maggiore concorrenza aumenta anche il grado di difficoltà e quindi Cassis potrebbe apparire un po' meno superfavorito. Ma il «tricket» non cancella gli handicap dei suoi due avversari: Moret proviene da un Cantone (Vaud) già presente in Consiglio federale e accanto alla doppia rappresentanza bernese (Sommaruga/Schneider-Ammann) una sua elezione creerebbe una concentrazione di potere inusuale e contraria allo spirito della Costituzione. Quanto a Maudet, il fatto di non essere membro del Parlamento non lo aiuta, vista la propensione (con tutte le eccezioni del caso) dei deputati a Berna a preferire uno dei loro ad un candidato esterno al Palazzo. La rivalità romanda inoltre potrebbe tornare a vantaggio di Cassis, perché il fronte dei sostenitori dell'uno o dell'altra verrebbe diviso. Quel che è certo, di là della sconfessione del vertice del partito orientato ad un doppio ticket, è che con questa mossa il PLR scompagina le carte e dà meno l'impressione di voler davvero puntare ad una candidatura ticinese. Alla luce della decisione del gruppo, riacquistano credito anche le perplessità sulla strategia ticinese del candidato unico. Questa scelta era funzionale alla presentazione di una doppia candidatura latina davanti all'Assemblea federale. Sapendo che ci sarebbe stata una corsa a tre, le scelte avrebbero potuto essere altre. Ora le audizioni avranno un ruolo molto importante. E Cassis, che ama fare «jogging», stavolta dovrà correre a testa bassa fino all'ultimo metro.