Le scelte fiscali e il Partito socialista

di MARCO BERNASCONI E SIMONA GENINI - Pareva tutto risolto, nessun ostacolo poteva intralciare il cammino del disegno di legge sulla riforma tributaria poiché era stata approvata all'unanimità dal Consiglio di Stato. Quindi, dopo decenni, l'ultimo ritocco all'aliquota della sostanza risale al 1976, il Ticino aveva l'intenzione di muovere un timido passo per attenuare la sua problematica, a dir poco, posizione nella concorrenza fiscale intercantonale. L'imposizione sulla sostanza delle persone fisiche dovrebbe essere attenuata dello 0,5? nei prossimi due anni e dell'1? a partire dal 2020. Così facendo dalle ultime posizioni della classifica intercantonale, il Ticino si sarebbe collocato a metà classifica. Senza essere né carne, né pesce, tale attenuazione costituisce comunque un segnale importante nei confronti dell'1% di contribuenti chiamato a pagare più del 50% dell'imposta sulla sostanza. Questa, l'agevolazione principale, condizionata tra l'altro, e di questo si è parlato poco, dall'aumento dell'imposizione dei dividendi dal 60% al 70%. In un secondo tempo, così afferma il Consiglio di Stato, si procederà a licenziare un ulteriore disegno di legge in materia tributaria che dovrebbe riguardare la fiscalità delle persone giuridiche nell'intento di attenuare l'aliquota proporzionale sull'utile. Questo perché, nonostante la bocciatura della Riforma delle imprese III nel febbraio di quest'anno, si dovrà comunque procedere all'abrogazione dei privilegi fiscali cantonali in favore delle società a statuto speciale (holding, ausiliare, di amministrazione). L'entrata in vigore di questa riforma federale dovrebbe essere imminente perché l'Unione europea sembra decisa a inserire la Svizzera nella lista nera, poiché ancora concede a livello cantonale privilegi fiscali in favore di queste società. Questo progetto legislativo è avversato in primo luogo poiché intende attenuare l'imposizione della sostanza per le persone più facoltose, e, nel contempo, perché non si procede ad una riforma che coinvolga anche l'imposizione delle persone giuridiche ed infine perché si violerebbe il principio dell'unità di materia. A giudizio del parlamentino socialista la libertà decisionale del cittadino sarebbe, infatti, compromessa poiché questi deve decidere di aderire o meno ad un solo progetto che tratta sia di fiscalità sia di agevolazioni sociali. Nulla invece è stato detto per quanto riguarda l'aumento dell'imposizione dei dividendi che è stata una rivendicazione del Partito socialista nella valutazione della Riforma federale della fiscalità delle imprese. La decisione del Partito socialista non soltanto contesta questo progetto di legge ma già annuncia un eventuale referendum nel caso in cui il disegno di legge governativo venisse accolto senza importanti modifiche da parte del Gran Consiglio. Le ragioni a sostegno della legge sono condivisibili poiché volte a migliorare la posizione del cantone Ticino, ora negli ultimi posti della graduatoria, nell'ambito della concorrenza fiscale intercantonale. Si vuole quindi arginare la partenza di contribuenti a causa dell'elevato prelievo fiscale e nel contempo favorirne la presa di domicilio nel nostro cantone.
Il Ticino vuol quindi, a questo proposito, vestire la maglia gialla poiché la Confederazione ancora non ha proceduto in tal senso e gli altri Cantoni per il momento stanno a guardare.
Ma la decisione unanime del Consiglio di Stato è stata probabilmente anche condizionata dalla revisione di alcune leggi sulla socialità con la finalità di agevolare alcune cerchie della popolazione, segnatamente la famiglia, confrontata oggi con il problema di conciliare la cura della famiglia con il lavoro. Il disegno di legge propone inoltre altre misure di agevolazioni fiscali complementari. Il costo della riforma prospettata sarebbe di complessivi 65 milioni, dei quali 38 per quella fiscale e 27 per quella sociale.
In considerazione del consenso unanime del Consiglio di Stato era difficile prevedere, in specie prima dell'esame a livello parlamentare del disegno di legge, una presa di posizione tanto chiara, quanto drastica, da parte del Comitato cantonale del Partito socialista.
Ora, tuttavia, la posizione del Partito socialista potrebbe condizionare i lavori parlamentari così come dovrebbe imporre agli altri partiti una riflessione sui nuovi equilibri politici che vanno delineandosi.