Il commento

L'Hockey Club Lugano, l'orgoglio e i passi avanti da compiere

Dai complimenti di Christian Dubé alla via chiara tracciata da Luca Gianinazzi: ecco che cosa resta dopo gara-7
Flavio Viglezio
29.03.2024 21:30

Il complimento più bello il Lugano – subito dopo la sconfitta in gara-7 a Friburgo – lo ha probabilmente ricevuto da Christian Dubé: «Abbiamo battuto una gran bella squadra di hockey», ha ammesso il tecnico del Gottéron. Una frase di circostanza, forse, che testimonia però di quanto sia stata intensa ed emozionante la serie che ha messo fine alla stagione bianconera. Una sfida che, in fondo, fotografa e riassume bene ciò che ha detto tutto il campionato della squadra guidata da Luca Gianinazzi. Sul piano del carattere, dello spirito di sacrificio e della resilienza a questo Lugano non si può rimproverare nulla. La formazione bianconera – era uno degli obiettivi stagionali – ha saputo riportare emozioni forti alla Cornèr Arena. Non solo: il coach ticinese ha tracciato una via chiara anche sul piano dell’identità di gioco. Qualche errore di gioventù – lo ha ammesso lui stesso – il Giana lo ha commesso, ma la sua tranquillità e la sua identificazione con i valori e con la storia del club hanno avuto un effetto rasserenante su tutto l’ambiente, rispetto ai tumulti di un passato non così lontano.

Da una stagione regolare iniziata a rilento e poi pesantemente condizionata da una lunghissima lista di infortunati di spicco, dall’entusiasmo per il successo nei play-in con l’Ambrì Piotta – quella rimonta dallo 0-4 alla Gottardo Arena i bianconeri se la ricorderanno a lungo – fino alla dura battaglia con il Friburgo: sono tanti gli insegnamenti da trarre e, di conseguenza, le opportunità di crescita per un Lugano che vuole e deve già pensare al suo futuro. I complimenti fanno piacere, l’orgoglio e la fierezza per quanto fatto in stagione sono giusti e giustificati e francamente non si poteva oggettivamente chiedere di più a Thürkauf e compagni. Ma come ha fatto lucidamente osservare Samuel Guerra nello spogliatoio della BCF Arena, sul piano dei risultati il Lugano non è ancora riuscito ad effettuare l’auspicato salto di qualità. I bianconeri non vincono una serie di playoff dal 2018 e proprio la sfida con il Friburgo ha dimostrato quanto ancora manchi per rivaleggiare ad armi davvero pari con le migliori formazioni del panorama hockeistico rossocrociato. Ora che il club – a livello dirigenziale e sportivo – ha raggiunto solidità, stabilità e una sua precisa identità – sarebbe un peccato non fare il massimo per cambiare davvero marcia e raggiungere così un’altra velocità di crociera.

Stando alle parole della presidente Vicky Mantegazza, al Lugano in questi playoff è mancata soprattutto l’esperienza. Vero, ma solo in parte. Certo, giovani come Hausheer, Verboon, Cormier o Canonica hanno vissuto la loro prima esperienza a questi livelli e il loro potenziale di crescita non è minimamente in discussione. Ci vorrà però un po’ di pazienza. La rosa rossocrociata a disposizione di Gianinazzi nella stagione a venire – con l’incognita della possibile partenza di Thürkauf per il Nordamerica – è praticamente già definita. E non sarà la sola fiducia accumulata quest’anno a fare la differenza in un campionato sempre più livellato verso l’alto. I margini di manovra del direttore sportivo Hnat Domenichelli riguardano allora il contingente straniero a venire. Non saranno elementi come Joey LaLeggia o Arttu Ruotsalainen – è vero, nessuno si aspettava un attaccante finlandese così in difficoltà – ad aiutare il Lugano nella sua progressione. E anche un giocatore come Mark Arcobello – reduce comunque da un’annata agonistica positiva – non ha più molto da dire in questo senso. La riflessione del club riguardo al rendimento e dunque al profilo degli «import» dovrà insomma essere profonda e non potrà dunque esclusivamente basarsi su impegno e spirito di gruppo del singolo. Non si tratta di gettare i soldi dalla finestra e di modificare radicalmente la politica budgetaria degli ultimi anni, ma di investire in maniera intelligente su stranieri davvero utili alla causa.            

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