Lugano e Ginevra, nessuno è perfetto

Una buona notizia in vista di questa sera: con l’aiuto del suo pubblico, il Lugano può solo crescere rispetto a gara-1. Praticamente in ogni aspetto: disciplina, concentrazione, gestione del disco e delle emozioni, intraprendenza. E ovviamente nel power-play, malanno cronico nonostante l’1-0 di Andersson segnato in superiorità numerica. In sostanza, in gara-2 i bianconeri dovranno ridurre sensibilmente penalità ed errori (individuali e collettivi) e mettere più pressione sul portiere avversario. Un aspetto, quest’ultimo, tutt’altro che impossibile. Nei quattro scontri diretti di regular season (due vittorie a testa), il Servette non ha mai tirato più del Lugano. Anzi: è di 135 tiri a 98 il bilancio complessivo in favore di Granlund e compagni. Una media di 9,25 tiri in più a partita. L’altro ieri, però, la statistica si è capovolta in modo impietoso: 38 conclusioni a 23 per le Aquile, che oltre a segnare 6 reti hanno pure colpito 4 pali.

Ora la brutta notizia: anche a Ginevra sono convinti di avere margini di miglioramento rispetto a martedì. Nonostante un po’ di tensione e di ruggine (non giocavano da 10 giorni), nella sfida delle Vernets gli uomini di Cadieux hanno controllato il gioco a piacere, mostrandosi pure pazienti. Ma hanno impiegato più di 40 minuti per venire a capo di un avversario sottotono e oggettivamente inferiore, per quanto generoso e combattivo. Hanno inoltre dovuto attendere il loro secondo «momentum» per prendere il largo, sprecando quello generato dal pasticcio di Koskinen valso il 2-1 alla fine del primo tempo. In sede di analisi, il coach romando ha sottolineato le troppe occasioni concesse nel periodo centrale, dovute ad errori e scarsa umiltà nella gestione del disco in zona d’attacco. Anche Descloux ha avuto troppe indecisioni, al punto che stasera, in porta, potrebbe toccare a Mayer.