Ma a pagare non dovrebbe essere solo l'orsa JJ4

Così JJ4 è stata catturata. La scorsa notte, l’esemplare d’orso femmina più ricercata del Trentino è finita nella trappola tubo insieme a due dei suoi tre cuccioli. Lei è stata dapprima sedata e poi trasportata a Casteller, un centro di recupero di fauna alpina, mentre i suoi piccoli, che sono già autonomi, sono stati subito liberati. A decidere del suo destino saranno i giudici della sezione unica del Tribunale Amministrativo di Trento nell'udienza prevista l'11 maggio prossimo. Con buona pace di chi crede che gli orsi siano peluche. Ma andiamo con ordine.
JJ4 era braccata perché, lo scorso 5 aprile, ha aggredito mortalmente un giovane runner di 26 anni. Lo ha attaccato mentre il ragazzo correva lungo uno dei sentieri che si trovano nei boschi di Caldes, in Val di Sole. Una tragedia che ha scioccato l’intera comunità del Trentino, che ora – in maggioranza – chiede a gran voce la testa del plantigrado assassino. Un sentimento comprensibile: una morte di questo genere non la si augura a nessuno.
Eppure, quella dello scorso 5 aprile sembra una tragedia annunciata. «Quelle bestiacce si aggirano spesso anche in paese» hanno denunciato preoccupati gli abitanti di Caldes, il paesino dove abitava la vittima. Tuttavia, le regole lungo le vie del paese per evitare la presenza di questi mammiferi che possono pesare fino a duecento chili sembrano quasi inesistenti. L’orso non ama aggirarsi negli abitati però, essendo pigro, se nei paraggi c’è cibo da mangiare senza far fatica lui ne approfitta subito.
Detto ciò, nel paese del Trentino i cassonetti anti-orso sono rari come le mosche bianche. Nelle immagini diffuse dai telegiornali italiani si vedono invece molti bidoni normali pieni di scarti di cibo a portata di zampa. Non solo.
Ai piedi del sentiero del bosco imboccato dal giovane runner c’è soltanto un cartello con una scritta generica che avvisa della presenza nell’area dell’animale, senza neppure indicare la particolare pericolosità delle orse in presenza dei piccoli. Avventurarsi in questi sentieri camminando in silenzio e da soli è un rischio grandissimo: il mammifero non ama incontrare gli uomini, e tantomeno vuole essere colto di sorpresa da loro. Ma se succede, la sua reazione è feroce.
Gli esperti suggeriscono che la prima cosa da fare quando ci si avventura in un bosco dove è stata registrata la presenza degli orsi è far rumore e farsi sentire il più possibile.
Tant’è che di campanelli anti-orso se ne vendono tantissimi nei parchi nazionali statunitensi abitati da grizzly e orsi bruni.
La cosa paradossale è che sembra che al momento in Trentino ci siano centoventi esemplari di orso, di cui solo tre dotati di radiocollare, ma scarichi. Insomma, nella zona della Brenta molte delle misure preventive per evitare tragedie come quella successa lo scorso 5 aprile sembrano essere bellamente trascurate.
Molto probabilmente ora JJ4 verrà condannata a morte. Ma la soluzione per una convivenza tra uomo e il plantigrado non si risolve con gli abbattimenti selettivi, bensì con la consapevolezza che gli orsi non sono peluche.