Il commento

Ma così crollano le speranze di crescita

La crisi energetica, il rallentamento dell’economia e l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea non basteranno comunque a frenare l’inflazione
Alfonso Tuor
27.07.2022 06:00

La crisi energetica sta facendo crollare le speranze di crescita europee, come dimostrano gli indici precursori dell’economia tedesca, mentre il rialzo del costo del denaro deciso dalla Banca centrale europea non basta per frenare l’inflazione, mentre appare nebuloso il piano per evitare un’esplosione del differenziale dei rendimenti dei titoli pubblici fra Paesi forti e Paesi deboli dell’area euro.

La Russia sta giocando come il gatto con il topo. Infatti dopo aver aumentato il flusso di gas diretto in Europa al 40% delle capacità totali del North Stream1, da oggi lo dimezzerà e lo ridurrà al 20%. Immediatamente il prezzo del gas si è impennato, quintuplicandosi rispetto al periodo precedente la guerra in Ucraina. Con questi flussi non sembra sia possibile «immagazzinare» gas per averne in quantità sufficiente per affrontare il prossimo inverno. Questa decisione rende urgente l’approvazione del piano energetico preparato dalla Commissione europea. Ma le proposte di Bruxelles, tra cui spicca un risparmio del 15% a partire dal prossimo mese di agosto, è stato già azzoppato dall’opposizione di molti Paesi europei, tra i quali spiccano quelli dell’Europa del Sud. Il motivo è semplice: gli obiettivi di risparmio sono troppo severi e in secondo luogo lasciano troppo potere alla Commissione su tempi e modi di un loro irrigidimento. Inoltre, molte capitali ritengono che il piano sia stato concepito per aiutare la Germania, che è l’economia più dipendente dal gas russo e che quindi è più vulnerabile alle decisioni di Mosca, anche perché rischia la chiusura o il ridimensionamento di molti settori industriali che sono la spina dorsale dell’economia tedesca. Quanto verrà deciso dall’Unione europea non può lasciare indifferente la Svizzera: anche il nostro Paese sarà infatti chiamato a partecipare al piano, anche se non fa parte del mercato elettrico europeo. Quindi ad invitare la popolazione a risparmiare energia ed eventualmente a razionarla se la situazione peggiorasse come nel caso di un blocco delle forniture di gas russo.

La crisi energetica, il rallentamento dell’economia e l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea non basteranno comunque a frenare l’inflazione, nonostante il calo del prezzo di alcune materie prime verificatosi negli ultimi giorni, che è stato però in parte già compensato dal rafforzamento del dollaro. Inoltre l’ampliarsi delle difficoltà economiche, le giustificate richieste di adeguamento dei salari all’aumento del costo della vita e le inevitabili proteste sociali rendono sempre più probabile che l’economia europea cada in una situazione di stagflazione, ossia di una stagnazione economica e di un contemporaneo continuo aumento dei prezzi. Da questa trappola non sarà facile uscire. Lo spazio di manovra dei Governi è limitato dall’ampliarsi dei debiti pubblici esplosi nei mesi della pandemia e quello delle autorità monetarie appare nullo, poiché, nonostante l’ultimo rialzo del costo del denaro, i tassi guida sono solo ora tornati positivi dopo circa un decennio di tassi negativi. Dunque restano bassissimi in termini reali rispetto ad un’inflazione che in giugno ha raggiunto l’8,6% nell’area dell’euro. Ancora peggiori sono le prospettive dei Paesi deboli dell’Europa che possono contare su uno scudo approntato dalla Bce contro un eccessivo aumento del costo di finanziamento dei loro debiti pubblici. Esso infatti non è solo nebuloso, ma pieno di condizionalità che limitano lo spazio di manovra dei loro Governi.

Neppure un aiuto esterno appare probabile, poiché l’economia cinese è ferma e quella americana sta rallentando a causa dell’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, che proprio oggi dovrebbe procedere ad un ulteriore rialzo.

In conclusione, le prospettive economiche e soprattutto quelle del Vecchio Continente sembrano destinate a peggiorare e fanno presagire un autunno molto difficile.