Mandate alla torre il duca di York

Re Carlo oggi è a Roma in visita a papa Leone, e per la prima volta dallo scisma di Enrico VIII nel Cinquecento il pontefice romano e il capo della Chiesa anglicana (qual è il re d’Inghilterra) pregheranno assieme. Di benedizioni il sovrano ha certamente bisogno mentre a Londra sta per andare in scena un colossale dramma reale, suscettibile di diventare la più grave crisi della Corona dai giorni dell’abdicazione di Edoardo VIII nel 1936.
Mai in mille anni di storia monarchica un principe del sangue era finito in manette per un reato infamante. C’è stato chi ha perso la testa in una congiura e chi il trono in una rivoluzione ma Andrea duca di York è il primo a rischiare di trovarsi coi ferri ai polsi. Lui forse si era illuso che l’abbandono (forzato da Carlo) del titolo ducale e di tutti gli onori connessi sarebbe bastato a chiudere per sempre la turpe storia della sua amicizia con il pedofilo Jeffrey Epstein. Si sbagliava. A inseguirlo dall’Oltretomba è la stessa voce della vittima, Virginia Giuffre, che si è tolta la vita ad aprile in Australia, ma prima aveva fatto in tempo a consegnare le sue memorie alla giornalista Amy Wallace. Una storia dell’orrore che non lascia scampo al secondogenito della regina Elisabetta.
Un tempo Andrea era agli occhi del pubblico il più simpatico dei Windsor, oltre che notoriamente il cocco di mamma. Allegro e spaccone, atletico e donnaiolo, portava come un’onorificenza il nomignolo che gli avevano affibbiato i tabloid negli anni Ottanta: Randy Andy, Andreuccio (chiedo scusa) l’Arrapato . Nel 1983 era tornato coperto di gloria dalla guerra nelle Falkland, dove si era distinto come pilota d’elicotteri, e gli exploits sessuali di cui si vantava gli venivano condonati come una specie di ricompensa al valore.
Trent’anni dopo il valoroso guerriero si era trasformato in uno dei più sfacciati freeloaders, scrocconi, dell’intera tribù reale. La sua continua ricerca di soldi lo aveva condotto anche alla pericolosa amicizia con il miliardario Epstein. Il legame nascondeva segreti indicibili, portati alla luce dalle rivelazioni di Virginia Giuffre. Aveva 17 anni quando Andrea, secondo le sue accuse circostanziate, abusò per la prima volta di lei.
Nel 2022, pochi mesi prima della morte di mamma Elisabetta, il principe accettò di risarcire la donna ormai quarantenne con 10 milioni di sterline, per evitare di apparire sul banco degli imputati in un tribunale americano. Non disponendo lui di una simile somma, l’ipotesi più diffusa è sempre stata che i soldi glieli avesse dati la regina. Certamente uno dei più gravi errori di giudizio di una sovrana per il resto impeccabile. Per fortuna del trono, re Carlo ha assunto da subito un atteggiamento severo e deciso, allontanando totalmente il fratello dalla vita pubblica. E infine, ora che il caso è riesploso in tutta la sua gravità, gli ha imposto l’abbandono del titolo ducale (ma già i cittadini di York avevano firmato a migliaia una petizione di revoca).
Non basterà. Andrea eviterà la Torre dove un tempo finivano i traditori della Corona, e lui l’ha trascinata nel fango. Ma non l’indegnità dell’inchiesta annunciata da Scotland Yard, che può concludersi con una formale incriminazione per un reato gravissimo. Tra le fresche e-mail emerse da quella sentina che è il caso Epstein, ce n’è infatti una particolarmente grave per l’ex duca. Nel messaggio lui in persona sollecita un poliziotto della sua scorta a scavare nel casellario giudiziario per trovare fango contro la Giuffre. E per facilitargli il compito gli passa non solo la data di nascita della donna ma anche il suo numero riservato della sicurezza sociale. Un abuso che la legge, tanto in America che in Gran Bretagna, punisce con la galera fino a 15 anni.
Questa volta re Carlo e il resto dei Windsor non si sono voltati dall’altra parte, come in passato Elisabetta. Buckingham Palace ha fatto sapere che la famiglia reale giudica le ultime accuse «con la più seria e grave preoccupazione», e ritiene che debbano essere esaminate nel modo più appropriato e completo. Il principe di Galles, che aborrisce lo zio, ha già fatto sapere che non lo inviterà alla sua incoronazione. Sempre che a quel punto Andrea , che molti vogliono privare anche della qualifica di principe, sia ancora in libertà. L’opinione pubblica lo ha già condannato alla gogna ma se Scotland Yard proverà le accuse contro di lui, perfino questa sarà solo una pena accessoria. E la memoria della sventurata Virginia Giuffre potrà forse finalmente trovare pace.

