Il commento

Money and My Money

Con questa felice espressione la signora Thatcher ha caratterizzato l’atteggiamento nei confronti dei soldi
Tito Tettamanti
Tito Tettamanti
25.07.2025 06:00

Con questa felice espressione la signora Thatcher ha caratterizzato l’atteggiamento nei confronti dei soldi. Da un lato i soldi (money), specie quelli pubblici, che essendo di tutti sono un po’ di nessuno, dall’altro i miei soldi (my money), si tratta del nostro portafogli e pertanto siamo più attenti e prudenti.

I money (soldi) per contro escono dalle tasche degli altri, possibilmente pubbliche.

Esempio lampante la grettezza di anziani in situazione agiata che hanno votato egoisticamente per la tredicesima AVS, a loro non necessaria. Cinque miliardi annui, che la Confederazione non sa ancora dove reperire e come finanziare, ma che graveranno sulle spalle delle giovani generazioni.

Soldi di tutti e quindi facilmente utilizzati per sostenere spese pubbliche di dubbia efficacia, ottenere voti per questo o quel partito beneficiando esigenze minoritarie, sostenere le ambizioni di discutibili progetti di burocrati.

Recente la notizia di una gestione allarmante dei soldi pubblici relativi all’acquisto degli aerei F35 dagli USA. L’allora capa del Dipartimento militare Amherd ha assicurato pubblicamente che il prezzo d’acquisto era fisso, che non dovevamo attenderci sorprese, oggi si viene a sapere che l’importante somma di sei miliardi di franchi potrebbe essere soggetta ad aumenti sino a 1,3 miliardi.

La signora Amherd, molto attenta ai suoi soldi quale padrona di casa, è stata perlomeno gravemente superficiale. Non posso credere che abbia coscientemente mentito ed allora i casi sono due: o i collaboratori l’hanno volutamente mal informata, oppure sono degli incapaci che hanno creduto che fosse fisso un prezzo che non lo è. Il tutto è pesantemente aggravato dal fatto che il capo del Controllo federale delle finanze ha messo in guardia e avvertito a suo tempo gli uffici del Dipartimento e la loro capa. Allarme arrogantemente ignorato, con grave «culpa in vigilando» di Amherd. Ci aspettiamo perlomeno qualche assunzione di responsabilità con relativi licenziamenti.

Ma non facciamoci illusioni, i licenziamenti per inefficienza nella burocrazia federale praticamente non esistono.

Un altro uso di money è la continua richiesta di pareri specialistici. Una delle più intense attività della nostra burocrazia, tanto che nel biennio 2016-2018 si è calcolato che i pareri e studi esterni siano costati una cifra attorno ai 900 milioni di franchi. Ovviamente si tratta di money e non di my money. Autori di questi studi sono spesso sempre le stesse ditte di consulenza che talvolta commettono errori di previsioni nell’ordine di miliardi che neppure la distanza nel tempo e l’inflazione possono giustificare. Studi costosi e dal discutibile valore.

Le valutazioni per difetto sono influenzate dal desiderio di facilitare il consenso popolare per progetti federali?

Oppure si eccede per spaventare l’opinione pubblica e quando si è contrari ad una proposta? Insicuri nella difesa dell’inaccettabile accordo istituzionale con l’UE, la burocrazia bernese ha commissionato cinque studi per intimorire gli svizzeri nel caso di mancata accettazione. Chiaro indizio di debolezza di chi ha negoziato gli accordi e necessita sostegni e giustificazioni.

Questo continuo ricorso a pareri esterni da parte della burocrazia evidenzia l’atteggiamento di chi non vuol prendere responsabilità, trovare su chi e come scaricare le colpe di eventuali errori di giudizio.

Tutto ciò è in pesante contraddizione con la politica federale che remunera i suoi collaboratori meglio dell’economia privata, più 12%, con collaboratori sempre più numerosi. Numero e alte remunerazioni dovrebbero permettere di evitare il continuo ricorso a consulenze esterne.

Preoccupa pure il ripetersi di errori di valutazione e di calcolo dell’Amministrazione federale, ciò che rende insicuri dinanzi alle informazioni della burocrazia.

In un caso si è dovuta ripetere una votazione federale, in un altro a proposito delle uscite finanziarie dell’AVS si è commesso un errore di calcolo di quattro miliardi di franchi.

Non facciamoci illusioni di poter cambiare sostanzialmente le cose. Nei rapporti di forza la burocrazia ha più peso della politica o, espresso in altri termini, i politici dipendono sempre più dal burocrate. D’altronde, già anni fa Daum, Pöhner e Teuwsen nel loro libro «Wer regiert die Schweiz?» hanno definito la burocrazia quale vero potere nello Stato.

A proposito di soldi degli altri, vi è l’utilizzo da parte dei politici di soldi pubblici con la presunzione di esercitare competenze che non hanno. Il ministro germanico Robert Habeck ha finanziato con ben 620 milioni di euro di soldi pubblici il lancio di una nuova rischiosa iniziativa industriale nel campo della produzione di batterie. Soldi totalmente persi. La facilità nella disponibilità dei soldi (pubblici) e l’inclinazione statalista unite alla presunzione lo hanno portato a voler sostituirsi ai «private venture capitalist», che sanno come operare in questo difficilissimo campo perché i soldi che rischiano sono i loro e non dello Stato. Al ministro Habeck, responsabile per la sua presunzione, nessuno chiederà i danni.

Il facile uso dei money, quelli pubblici, non è però senza conseguenza: si traduce nell’impressionante indebitamento con il quale molti Stati sono confrontati.