Il commento

Non è così che sei Leggenda

L'edizione 2022 degli Academy Awards sarà ricordata per il gesto scriteriato di quel bad boy di Will Smith
Giacomo Butti
28.03.2022 15:27

Lustrini, smoking e tante lucine. Gli Oscar sono sempre gli Oscar. E sempre sanno far discutere, nel bene e nel male. Diciamolo: soprattutto nel male. Chi vive senza grandi entusiasmi le annuali disavventure dell'Academy si sveglia con l'idea di potersi semplicemente gustare, in differita, i momenti salienti delle premiazioni. E invece no: eccola, immancabile, la polemica. A questo giro, non ci piove, l'edizione sarà ricordata per il gesto scriteriato di quel bad boy di Will Smith. Il video del ceffone tirato a uno dei presentatori, il comico Chris Rock, ha ormai fatto il giro del mondo. Aggressione vera o inscenata? Stiamo pur sempre parlando di attori, ma toni ed espressioni lasciano poco spazio ai dubbi. E il tweet dall'account ufficiale, «L'Academy non condona alcuna forma di violenza», sembra sancire la spontaneità della scena.

Ma diamo un po' di contesto: a far prudere le mani all'attore è stata la battutaccia rivolta alla moglie, Jada Pinkett Smith, che da qualche anno soffre di alopecia e che negli ultimi tempi, vista la costante caduta di capelli, si è vista costretta al taglio a zero. «Soldato Jane 2, non vedo l'ora di vederlo», ha ironizzato Rock facendo riferimento a un ipotetico seguito del film del '97 con una Demi Moore «pelata». Dopo aver inizialmente reagito con una risata, Smith si deve essere reso conto dell'effetto che tale uscita avrebbe potuto avere sulla moglie. Di qui la decisione di salire sul palco e stampare personalmente sulla guancia del comico il proprio apprezzamento. 

Jada della sua condizione ne ha sempre parlato apertamente, anche scherzandoci. Ma non ha d'altra parte nascosto l'impatto psicologico che tale malattia può avere: aprendosi per la prima volta nel 2018, aveva raccontato di come la scoperta, sotto la doccia, di intere ciocche di capelli rimaste tra le dita l'avesse letteralmente fatta «tremare di paura».

Eccoci dunque alla domanda che sta rendendo rovente il web: la reazione di Will Smith è, anche solo in minima parte, giustificabile? Facciamola breve: la risposta è no. E non solo perché stiamo parlando di un atto di violenza fisica. L'abbiamo già sottolineato: quella di Chris Rock era una battuta di pessimo gusto, una di quelle che va a colpire un nervo scoperto, che va a umiliare, partendo da una condizione per la quale la vittima non può nulla. Ma se da una parte è vero che si sarebbe dovuto evitare di fare humor su un difetto fisico (ancor di più se generato da una malattia), dall'altro bisogna anche riconoscere che di tali pessime uscite è impregnata la comicità spiccia che da sempre fa da contorno a simili eventi e non solo.

No: il «si è sempre fatto così» non ne sia giustificante. Ma una reazione adeguata da parte di Smith sarebbe stata l'alzarsi, sì, per andarsene. Abbandonare un evento che sponsorizza simili battute mortificanti, invece di accettarne qualche minuto più tardi i premi. L'alternativa è una: bisogna fare buon viso a cattivo gioco. Lo sa bene Ricky Gervais che, presentando i Golden Globe del 2020, prima di paragonare Joe Pesci a Baby Yoda aveva annunciato: «Facciamoci una risata a vostre spese. E ricordate: sono solo scherzi, presto moriremo tutti e non c'è sequel». Insomma, come nella boxe o getti la spugna o incassi. E ci si aspetterebbe che da chi ha interpretato Muhammad Ali l'incassare venga più facile. Invece a rimanere in piedi è stato Chris Rock, che al ceffone ha reagito senza fare una piega. Una lezione, se non si vuole fare a meno degli ori dell'Academy, che potrebbe essere utile allo stesso Will Smith. Del resto, non è comportandosi come ha fatto che si diventa Leggenda.

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