Diritti e rovesci

Novak, Jannik e gli altri

A Melbourne scatta l'Open d'Australia, prima prova stagionale del Grande Slam - Il serbo insegue il suo 25.esimo titolo maggiore, l'altoatesino il primo
Raffaele Soldati
13.01.2024 06:00

Djokovic (n. 1) e Sinner (n. 4), almeno in quanto a popolarità, spopolano a Melbourne. L’Australian Open, che scatta con un giorno di anticipo rispetto al passato - tenendo conto dei fusi orari si inizia già nella nostra notte tra sabato e domenica - sembra quasi essersi dimenticato di tutti gli altri. Compresi Alcaraz (n. 2) e Medvedev (n 3), che pure sono due principali teste di serie. Perché tanta attenzione è rivolta al serbo e all’altoatesino? È presto detto. Tra Novak e Jannik, complice il finale di stagione dell’annata 2023, si è creata una sorta di sana e stimolante concorrenza. Il successo in Davis dell’azzurro nei confronti del n. 1 al mondo è naturalmente stato la ciliegina sulla torta, quella che ha rallegrato tutti gli aficionados del tennis, che non possono più affidarsi alle imprese di Federer (ritiratosi dalle competizioni due anni fa) e probabilmente neppure a quelle di Nadal. Il maiorchino, assente a Melbourne per un nuovo infortunio, è però ancora pieno di speranza di potersi riprendere per la stagione sulla terra rossa. Magari per un ultimo saluto al Roland Garros? Chissà.

Intanto la curiosità per questa prima prova del Grande Slam del 2024 cresce. Riuscirà Djokovic a conquistare il suo 25.esimo sigillo nei tornei maggiori, l’undicesimo a Melbourne, dove si era imposto per la prima volta nel 2008 e dove si ripresenta per difendere il titolo vinto un anno fa? Al di là dei giudizi legati all’antipatia o alla simpatia dei protagonisti, il fenomeno serbo non si nasconde dietro all’immagine di favorito. E, seppur non in perfette condizioni fisiche, si è detto pronto a raccogliere ogni genere di sfida. A incominciare da quella del giovane Sinner, per il quale ha un enorme rispetto e tanta stima. Poco importa se l’azzurro non ha ancora firmato un Grande Slam in carriera. C’è sempre una prima volta. E questo lo sanno bene anche gli stessi Alcaraz (vittorioso in due occasioni (US Open 2022 e Wimbledon 2023) e Medvedev (impostosi a New York nel 2021).

Sullo slancio delle recenti imprese di Sinner, la «Gazzetta dello Sport» ha dedicato ampi spazi a questa edizione del torneo di Melbourne. E lo ha fatto concentrando le attenzioni soprattutto sul giovane azzurro che si è guadagnato il ruolo di predestinato. Tra gli eccellenti intervistati, è stato scelto Ivan Ljubicic, che noi ricordiamo in particolare come allenatore di Federer. Il croato, che guidò il basilese al successo in Australia nel 2017 e nel 2018, si è perfino sbilanciato assegnando a Sinner addirittura il ruolo di favorito. Poi ha però sottolineato il fatto che Novak, infortunio o meno, è sempre lì, pronto a realizzare nuovi record e ad aggiungerne altri a quelli già accumulati fin qui in carriera.

In ottica elvetica questo Open australiano si presenta particolarmente povero. Fa specie pensare che Wawrinka - sì ancora il vecchio Stan The Man - sia il nostro punto di riferimento. Con quale ruolo? In primo luogo con quello di offrire una bella immagine di sé e del campione che fu. Il romando, vincitore di 16 tornei ATP e di tre Grandi Slam (Australian Open 2014, Roland Garros 2015 e US Open 2016), anche in tempi recenti ha regalato qualche notevole prestazione, stupendo anche se stesso. Lunedì affronterà il francese Adrian Mannarino (ATP 20), che non sarà un ostacolo impossibile, ma che è ancora un avversario difficile da superare. Stan è sempre stato un combattente e noi vogliamo ancora considerarlo tale. Uno capace di battersi anche e soprattutto per l’onore. Senza pensare agli oltre 73.000 euro che spettano a chi esce di scena al primo turno. E vale la pena ricordare che, con un montepremi di oltre 53 milioni di euro, questo Open d’Australia 2024 ha sbaragliato i vecchi record.