Il commento

Open to meraviglia, se Armando perde la Testa

Le spiegazioni dell'agenzia pubblicitaria che ha curato la campagna per conto del ministero del Turismo e dell'Ente nazionale turismo italiano non convincono – E la Svizzera, con i suoi testimonial d'eccezione, sembra di un altro pianeta
Marcello Pelizzari
27.04.2023 15:45

La vicenda Open to meraviglia, in Italia, continua a far discutere. A maggior ragione dopo le spiegazioni, invero scricchiolanti, di Armando Testa. Ovvero, dell’agenzia che ha curato la campagna promozionale per conto del ministero del Turismo e dell’Ente nazionale turismo italiano, l’ENIT. Spiegazioni riassumibili in un’unica, secca affermazione spacciata per verità, al grido «purché se ne parli». Tradotto: la Venere di Botticelli sarà anche una creatura pop-kitsch, l’intero progetto sarà pure pieno zeppo di luoghi comuni e stereotipi, per tacere degli errori commessi lungo il cammino come il video girato in Slovenia da un regista olandese («Era una bozza» si sono affrettati a dire quelli di Armando Testa) e altre brutture in serie, eppure tutti, ma proprio tutti, hanno detto la loro. Dando, di riflesso, visibilità all’intero progetto.

Comodo, molto comodo evidentemente. Tanto più se la stessa agenzia non affronta il nocciolo della questione o, peggio, si rifiuta di farlo: la campagna, ai più, è parsa brutta, finanche sbagliata. E Armando Testa, al riguardo, sembrerebbe suggerire che – pur consapevoli della cosa – i creativi al confronto o all’autocritica preferiscano tenersi il buono della vicenda. E cioè, il fatto che se ne parli. E se ne continui a parlare.

Per carità, nel frattempo abbiamo appreso che i 9 milioni messi a bilancio dal ministero del Turismo per Open to meraviglia non sono serviti, tutti, per mettere in piedi la campagna ma verranno usati, quasi interamente, per promuovere la stessa nel mondo (auguri: anche all’estero l’Italia non è più solo quella della pizza, dei mandolini, della mafia e del sole, ma molto di più). Ci eravamo arrivati da soli. Sebbene agli occhi di Armando Testa siamo tutti, chi più chi meno, criticoni da bar. La realtà è che in comunicazione, se la gente non capisce o non apprezza, di solito la colpa è di chi lancia il messaggio. Non di chi lo riceve.

Sorridiamo, da questa parte del confine, nel vedere montare la polemica. Come fosse la panna del mitico cornetto. Sorridiamo anche perché Svizzera Turismo, negli anni, ha fatto parlare di sé (estero compreso, diciamo dalla CNN in giù) per iniziative e testimonial di ben altro spessore. E non, quindi, per aver abusato della Venere di Botticelli trasformandola in una Chiara Ferragni qualunque, con tutto l’affetto e la stima che, per forza di cose, nutriamo nei confronti di Chiara. Anzi, in una macchietta di Chiara: peggio ancora. Sorridiamo proprio perché Svizzera Turismo, fra le altre cose, ha messo in piedi e assieme piccoli capolavori sfruttando il talento di Roger Federer, Trevor Noah, Robert De Niro, Anne Hathaway. Il Ticino, lo scorso luglio, ha pure fatto capolino sui megaschermi di Times Square a New York. La città dalle mille luci.

Possibile, con la creatività riconosciuta agli italiani e alla stessa agenzia Armando Testa, celebre per Carmencita e mille altre idee rivoluzionarie, aver partorito questo topolino raffazzonato, confuso e ricco di storture? Sì, purtroppo. Ma comprare una pagina pubblicitaria sul Corriere della Sera, adottare un tono sarcastico e farsi beffe del sedicente popolino difendendo l’indifendibile, beh, non è proprio il massimo. E non è che scorporando e specificando le voci di spesa, 138 mila euro per la campagna e gli altri 8,9 milioni per diffonderla in 33 Paesi, la sostanza delle cose cambi. Disastro era e disastro rimane, insomma. Speriamo solo che il Botticelli, nella tomba di famiglia, non si rivolti troppe volte. Anche se, temiamo, pure lui dall’aldilà abbia fatto un pensiero al riguardo: se davvero quella fatta circolare era soltanto una bozza della campagna, perché diavolo è stata presentata in pompa magna il 20 aprile scorso dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè accompagnata, nell’occasione, dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi e dall’amministratrice delegata dell’ENIT Ivana Jelinic? Mistero, altro che meraviglia.

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