Re Carlo e gli spiriti del Natale

Gli autisti in sciopero della ditta Certas minacciano di far passare le feste al freddo alla famiglia reale, già da questo weekend in vacanza natalizia a Sandringham. Nel maniero ottocentesco sulla gelida costa del Mare del Nord, l’antiquato sistema di riscaldamento va ancora a nafta, rifornito periodicamente dalle autocisterne della Certas. La circostanza è un asso nella manica per i conducenti dell’azienda che chiedono un sostanzioso aumento di paga. Come ha detto il capo del sindacato, «non ci aspettiamo di essere trattati come i reali ma almeno una giusta retribuzione», più adeguata all’inflazione galoppante. In caso contrario, 15 giorni di sciopero tra il 22 dicembre e il 25 gennaio faranno battere i denti dal gelo, pur senza alcuna colpa, a re Carlo, alla consorte Camilla e alla numerosa parentela.
È vero che in teoria il castello campagnolo dovrebbe contare sull’autonomia energetica grazie ai duemila pannelli solari fatti installare quest’estate nella tenuta dal monarca. Ma il fotovoltaico, com’è noto, ha bisogno del sole per funzionare, ed è più facile azzeccare il vincitore del derby di Epsom che una giornata senza pioggia sull’East Anglia in pieno inverno. Si può tuttavia essere certi che non è questa preoccupazione a rendere inquieta la vigilia natalizia di Carlo. Pure i suoi sonni, come per il celebre avaro di Dickens nell’immortale «A Christmas Carol», sono visitati dai fantasmi del Natale passato, presente e futuro. Spaventosi spettri generati da avidità ed egoismo.
L’origine di tutto sta nei guai di Andrea Mountbatten-Windsor, un tempo conosciuto come il duca di York. La sua orrida amicizia con il miliardario pedofilo Jeffrey Epstein non solo gli ha fatto perdere il titolo principesco, non solo lo ha costretto a mollare il sontuoso Royal Lodge con le sue 30 camere da letto per andare a nascondersi in un cottage nella campagna di Sandringham, ma con gran disperazione dei parenti ha letteralmente strappato il velo sugli inaccettabili privilegi del clan reale.
Grazie allo scandalo di Andrea, e alla sua cacciata dall’Eden del Royal Lodge, i sudditi britannici sono venuti a sapere che i membri più in vista della famiglia reale pagano spiccioli per alloggiare in case e appartamenti - letteralmente principeschi- di proprietà del Crown Estate, ovvero i Beni della Corona nominalmente posseduti dal sovrano ma di fatto amministrati da un organo statale indipendente a vantaggio del pubblico (in cambio di una bella fetta di profitti corrisposta al re). Il portafoglio immobiliare del Crown Estate contiene un numero enorme di stabili di gran pregio, di cui fino a oggi ben pochi in Inghilterra erano a conoscenza. «Ora tutto è cambiato», commenta Ingrid Seward , direttrice della storica rivista Majesty. «Andrea ha aperto la porta a un mare di guai per i suoi famigliari e il modo in cui vivono».
Il Parlamento ha subito fiutato l’aria. La Commissione Bilancio della Camera dei Comuni ha annunciato per l’anno nuovo un’inchiesta parlamentare sui termini contrattuali in base ai quali i membri della famiglia reale occupano proprietà del Crown Estate. Sotto i riflettori è già finita Bagshot Park, la magione dei duchi di Edimburgo, ovvero Edward (l’ultimogenito di Elisabetta II) e la moglie Sophie. Sono generalmente graditi al pubblico ma hanno davvero bisogno di una reggia di 120 stanze con 10 ettari di parco? Fu il dono di nozze di mammà nel lontano 1999, con l’incredibile affitto annuo di appena 5 mila sterline. Poi, nel 2007, il lease fu rinnovato contro un pagamento unico di 5 milioni di sterline (sempre dal borsellino materno) per 150 anni. Per quella cifra nel centro di Londra al massimo prendi un trilocale per un terzo del tempo. Ma soprattutto, quanto ci perde lo Stato, cioè la collettività? Sfruttata commercialmente a prezzi di mercato, una proprietà come Bagshot Park produrrebbe un profitto di almeno 12 milioni di sterline all’anno.
Sistemazioni analoghe si registrano per tutti gli altri parenti del monarca: i numerosi cugini Kent e Gloucester sono alloggiati per poche sterline a Kensington Palace, e l’anziana principessa Alexandra paga appena 225 sterline al mese per il meraviglioso Thatched House Lodge nel bel mezzo di Richmond Park. Si distingue il principe di Galles. Per la sua nuova residenza di Forest Lodge, una villa settecentesca nel parco di Windsor ha insistito per pagare il prezzo di mercato, 15 mila sterline al mese. Non sono più tempi in cui sudditi che se la passano male sono disponibili a sovvenzionare ricchi membri della famiglia reale. E il futuro re William V ha capito che deve tenerne conto se vuole evitare che i fantasmi di Natale tormentino anche lui.

