Commento

Socialità ed eserciti forti da Occidente ad Oriente

Molti americani dicono agli europei: avete speso troppo nella socialità e di conseguenza avete rinunciato a dotarvi di eserciti forti - Questo rimprovero merita qualche riflessione
Carlo Rezzonico
Carlo Rezzonico
11.06.2024 06:00

Molti americani dicono agli europei: avete speso troppo nella socialità e di conseguenza avete rinunciato a dotarvi di eserciti forti. Questo rimprovero merita qualche riflessione. Finora gli Stati Uniti hanno garantito la difesa dell’Europa e questa ha potuto risparmiare sugli armamenti per largheggiare nella socialità. Ora però che Russia e Cina stanno costituendo un blocco potente e minaccioso e che gli americani (molto comprensibilmente) chiedono al Vecchio Continente di fare la sua parte per la difesa, si costata che i soldi, a causa delle spese sociali, scarseggiano mentre l’indebitamento ha già superato i limiti ragionevoli.

Inoltre la socialità si fa sentire anche indebolendo una parte cospicua della popolazione (non tutta la popolazione, sia chiaro). Sono calati l’impegno nel lavoro e la disponibilità a sopportare sacrifici. Quando si presentano problemi non si cerca di risolverli con le proprie forze e la propria volontà ma si preferisce chiedere interventi dello Stato. Se c’è inflazione, invece di fare a meno di qualche bene o servizio, si esigono provvedimenti del governo per «tutelare il potere di acquisto». Se i premi dell’assicurazione malattie salgono, invece di rinunciare a qualche visita dal medico per piccolezze, si alza la voce affinché l’ente pubblico provveda. La richiesta e l’ottenimento di una tredicesima mensilità AVS ha costituito un eccesso particolarmente grave. Il discorso che sto facendo va esteso al mondo imprenditoriale. Se gli affari vanno male certi dirigenti (non tutti però), invece di rivedere i costi e migliorare i prodotti, trovano comodo andare a Berna con una mano tesa, magari sostenendo che la sopravvivenza della propria attività risponde a un presunto interesse generale. Se uno Stato estero elargisce sovvenzioni, invece di compiere sforzi per ricuperare competitività diventando migliori, si chiede al proprio governo di sovvenzionare a sua volta (omettendo di considerare che lo Stato estero, se sovvenziona, spende soldi e dovrà aumentare le imposte, facendo svanire il vantaggio competitivo). Sgraditi sono anche provvedimenti protezionistici di altre nazioni ma se si risponde con provvedimenti analoghi si scatena una guerra insensata di picche e ripicche. Tanto nel caso delle sovvenzioni quanto in quello del protezionismo l’effetto è che non si produce dove i costi sono minori, i beni diventano più cari e la popolazione ne fa le spese. Questo è il prezzo che si paga per aver scardinato i principi dell’economia di mercato.

Con la rinuncia a creare eserciti forti, a impegnarsi intensamente nel lavoro e a risolvere i problemi nella maggior misura possibile con le proprie forze parrebbe che il destino dell’Europa sia quello di soccombere militarmente ed economicamente al blocco che si sta costituendo in Asia. Da mettere in conto ci sarebbero anche pesanti perdite in termini di libertà e democrazia. Esiste però un’ultima considerazione da fare. Russia e Cina, che dopo il crollo del comunismo sembravano avviate verso una organizzazione politica ed economica di tipo occidentale, stanno effettuando un processo di ritorno al passato, con interventi sempre più invadenti dell’ente pubblico nell’attività produttiva e limitazioni sempre più stringenti della libertà. Non è escluso che, continuando tale involuzione, in futuro ricompaiano gli inconvenienti delle economie pianificate: rigidità, assenza di uno strumento per far emergere prezzi corretti, disfunzioni, inefficienze, sovrabbondanza di beni che nessuno vuole e scarsità di quelli desiderati dai consumatori, corruzione in grande stile. Da tutto questo – qui mi rendo conto che sto spingendo lo sguardo molto lontano – potrebbe trarre origine una nuova decadenza, che ostacolerebbe il progetto delle grandi potenze asiatiche di dominare il mondo. L’Occidente potrebbe trarre un respiro di sollievo. Però è desolante dover fondare le speranze per il futuro su probabili mali degli altri. Meglio sarebbe por mano tempestivamente alle magagne proprie.