Botta da fuori

Sul divano, ma senza rammarichi

Ho osservato con attenzione un gruppo al quale mi sento molto vicino, avendolo conosciuto in prima persona
Mattia Bottani
26.11.2022 06:00

Alla fine l’esordio della Svizzera l’ho seguito dal divano, assieme a mia moglie. Da tifoso, con grande trasporto emotivo e senza rammarichi. Osservando con attenzione un gruppo al quale mi sento molto vicino, avendolo conosciuto in prima persona. Il debutto contro il Camerun, una delle squadre africane di maggiore tradizione, alla fine non ha tradito le aspettative. Sulla carta si preannunciava infatti una sfida spigolosa, contro un avversario fisicamente molto forte. Della prestazione offerta giovedì ritengo innanzitutto il risultato finale. Quell’1-0 che ci ha permesso di iniziare il nostro Mondiale con un successo fondamentale, togliendoci un bel po’ di pressione dalle spalle. Spostandola, di riflesso, su quelle della Serbia. Poi è chiaro, in questi giorni lo staff tecnico dovrà chinarsi su quanto non è andato per il verso giusto. A mio avviso nel primo tempo la squadra ha giocato un po’ sottotono, contratta. È mancato un pizzico di personalità, così come un po’ di precisione nella manovra. Sia in attacco sia nelle retrovie. Nella ripresa ho però visto una bella reazione. E una squadra in grado di crearsi diverse occasioni da rete. Con più freddezza avremmo anche potuto segnare altri gol. Per questo motivo tenderei a dire che la squadra ha fornito risposte incoraggianti agli interrogativi emersi negli ultimi giorni, anche se contro il Brasile sarà una partita completamente diversa.

A proposito di dubbi, vorrei citare alcuni singoli. Partendo da Embolo, che non ha vissuto una partita facile, anche e soprattutto sul piano emotivo. Ho letto critiche nei suoi confronti, ma alla fine è la nostra punta centrale e ha fatto la differenza segnando l’unico gol della contesa, pur non potendo sfruttare la sua arma migliore: quella fisicità annullata dai camerunesi. Ho visto bene anche Sommer, che mi è parso solido e totalmente recuperato. Così come Shaqiri. «XS» è andato un po’ a corrente alternata, si è notato che gli manca il ritmo partita. Però nei momenti decisivi la sua qualità esce sempre, permettendogli di fare la giocata che svolta il match. Vedi l’assist sul gol di Embolo. Vorrei inoltre rassicurare, come del resto hanno già fatto loro, chi forse è rimasto sorpreso dal battibecco tra Xhaka e Rodriguez. Sono cose che capitano. Normali e figlie delle emozioni che si provano sul momento. Ho visto Granit all’opera nel contesto della Nazionale, ci tiene così tanto e ha un livello di competitività tale che poi ogni tanto sfocia in episodi simili. Ma è un pregio.

Lanciando uno sguardo al futuro, al match di lunedì contro il Brasile, sono fiducioso. Possiamo giocarcela, anche se contro la Serbia i verdeoro mi hanno davvero impressionato. La profondità della loro rosa gli permetterà inoltre di sopperire senza troppi problemi alle assenze di Neymar e Danilo. A proposito di alternative, vorrei peraltro spezzare una lancia a favore di Murat Yakin. È vero che in alcuni reparti siamo un po’ scoperti, ma contro il Camerun si è confermato coraggioso, riponendo grande fiducia nei suoi uomini. Faccio un nome su tutti: Rieder. E contro la Seleção occhio a Okafor, che in accelerazione è incontenibile. Nelle ripartenze, anche subentrando a partita in corso, potrebbe fare la differenza sfruttando gli spazi che il Brasile di tanto in tanto concede.

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