Pensieri dal battellino

Tognazzi in cucina

Al pontile di Caprino girava un interrogativo: è vero che Super Norman ha cucinato per i suoi colleghi di Consiglio di Stato durante il ritiro di mercoledì a Villa Bedretto?
Bruno Costantini
12.07.2025 06:00

Con le temperature più gradevoli, durante le nostre traversate del golfo con il battellino abbiamo ripreso a far finta di discutere di cose serie. Al pontile di Caprino girava un interrogativo: è vero che Super Norman ha cucinato per i suoi colleghi di Consiglio di Stato durante il ritiro di mercoledì a Villa Bedretto? Certo, ho risposto ad Asia che era molto incuriosita dal presidente del Governo nei panni di chef con uno dei suoi piatti preferiti, il risotto ai mirtilli (chissà che invidia il presidente gourmet del PLR, lo Spez stellato), sua specialità assieme al «risott ciocc dal Norman» che verrebbe bene sfumato con il nostro esclusivo Barbera fatto col mulo (poi però non ci si può mettere alla guida). Purtroppo non gli è riuscito altrettanto bene l’altro piatto sul menu bedrettese, l’arrocco imperiale con erbette alpine e formaggio di Cioss Prato che avrebbe dovuto montare come un soufflé e che invece si è subito sgonfiato quasi con un suono di trombetta da canto XXI dell’Inferno di Dante. Neanche un mezzo arrocco è rimasto, ma solo una papocchia per allocchi, con le mani in pasta del Governo in corpore, che mi ha fatto venire in mente i celebri resoconti di Paolo Villaggio sulle cene dei dodici apostoli a casa di Ugo Tognazzi che si credeva un grande cuoco senza averne assolutamente la capacità, «solo una tragica voglia di farlo, tragica perché seviziava i suoi ospiti».

Alla fine di una di queste serate i dodici commensali avevano dovuto votare a scrutinio segreto ogni singolo piatto scrivendo su un bigliettino una delle seguenti valutazioni: «straordinario, ottimo, buono, sufficiente, cagata, grandissima cagata». A prevalere erano state le ultime due categorie di giudizio, soprattutto l’ultima, tanto che il regista Mario Monicelli - sempre secondo Villaggio - portò via degli avanzi della cena per sottoporli all’Istituto di criminologia. Non avrebbe senso calcare la mano facendo la stessa cosa con quanto uscito dalla fantacucina di Villa Bedretto, come già la mia amica microinfluencer del lago e content creator si era messa in testa postando inappropriati giudizi. Quel che invece è certificabile è che l’evaporata ricetta di arrocco fatto in casa tra Gobbi e Zali e il successivo accordicchio con i pesci lessi del quieto vivere per permettere a tutti di salvare la faccia dietro il fumoso comunicato governativo, possono essere valutati come le pietanze di Tognazzi, il quale si risentiva dei giudizi impietosi credendosi appunto un grande chef. Anche i leghisti sono convinti d’aver cucinato qualcosa di utile per risolvere i problemi della gente e addirittura parlano di nuova dinamica operativa mai vista prima in Ticino. Uella, qui siamo alla rifondazione della Repubblica.

Con l’espulsione dal movimento di Eolo Alberti indagato per malversazioni - il caso Hospita con le sue intricate e brutte ramificazioni leghistissime - cercheranno ora di sbandierare anche un primato morale grazie all’efficacia delle purghe per raffreddare le buseche in ebollizione. Non basterà, però, per togliere il mal di stomaco a chi non ha digerito la sbobba servita a Villa Bedretto: c’è chi chiede una seduta straordinaria del Parlamento, chi lancia petizioni, la mia amica Asia sta pensando di organizzare un sit-in in piazza della Foca, a patto che il Venturini porti i gelati. Ma sì, dai, alla fine la Lega è riuscita a menare tutti per il naso.