Trump vince ma spacca il partito

Nikki Haley, l'ex ambasciatrice USA all’ONU, alla fine si è arresa. Dopo il travolgente successo di Donald Trump nelle primarie repubblicane del Super Tuesday (il tycoon ha vinto in 14 dei 15 Stati in gioco), l’ex governatrice della Carolina del Sud ha annunciato il suo ritiro dalla campagna presidenziale, ma non il suo appoggio al suo rivale. La Haley ha dimostrato fair play congratulandosi con Trump, ma ha detto ai suoi sostenitori che il candidato repubblicano dovrà guadagnarsi il sostegno dei suoi elettori. «Ora tocca a Donald Trump accaparrarsi i voti di quelli del nostro partito che non lo supportano, e spero che lo faccia», ha detto la combattiva politica repubblicana nel suo quartier generale nel South Carolina, sottolineando le forti differenze politiche che ha con l’ex presidente. In particolare la scarsa attenzione del tycoon per il crescente deficit federale e la sua intenzione di tagliare gli aiuti militari all'Ucraina. La Haley insiste inoltre sulla necessità di tenere uniti gli americani, invitando tutti i concittadini ad allontanarsi «dalle tenebre dell'odio e della divisione».
Un riferimento evidente al modo di agire dell’ex inquilino della Casa Bianca che nel corso della sua campagna per le primarie presidenziali ha spesso inveito contro l’amministrazione Biden e contro i suoi avversari nel partito repubblicano, in particolare contro la stessa Haley che negli scorsi giorni è stata definita «cervello di gallina» dopo la sua vittoria nelle primarie a Washington. Insomma, dopo oltre tre anni passati lontano dalle stanze del potere e nonostante i diversi processi nei quali è indagato, il tycoon non è per nulla cambiato nel suo modo d’agire: sorrisi e lodi per chi lo osanna, fango e insulti per chi denuncia il suo modo d’agire. Per questo la Haley ieri ha fatto sapere che continuerà a promuovere i valori in cui crede, «come è diritto di ogni americano». Un atteggiamento che di fatto rischia di spaccare il partito nelle presidenziali di novembre. Trump ieri ha invitato i sostenitori di Haley ad unirsi «al più grande movimento nella storia americana», ma non ha offerto una riconciliazione alla sua rivale. Tuttavia sottovalutare il peso elettorale dei numerosi repubblicani che finora si erano identificati nelle posizioni dell’ex governatrice della Carolina del Sud potrebbe rivelarsi un grosso errore per il tycoon. Ad ogni modo va detto che non naviga certo in acque più calme l’attuale inquilino della Casa Bianca che, pur avanzando senza preoccupazioni e senza reali avversari nelle primarie democratiche, lascia sempre più perplessi un certo numero di elettori del suo stesso partito. Oltre all’età avanzata, con le conseguenti cadute e gaffe, da qualche mese il presidente USA deve fare i conti con la perdita di popolarità legata al conflitto scoppiato a Gaza dopo i massacri compiuti in Israele da Hamas lo scorso 7 ottobre.
Di fronte ai bombardamenti che stanno causando la morte e il ferimento di migliaia di civili palestinesi, rallentando allo stesso tempo l’arrivo di aiuti umanitari, il presidente USA si è finora limitato a chiedere moderazione alle autorità israeliane. A molti cittadini americani legati al partito del presidente tale atteggiamento non è piaciuto, tanto che nelle primarie democratiche del Super Tuesday vi sono state diverse «schede bianche». Un primo «avvertimento» che a novembre potrebbe trasformarsi in una crescita delle astensioni dal voto. Non stupisce dunque che Biden, dopo il ritiro della Haley dalle primarie repubblicane, si sia rivolto ai suoi sostenitori offrendosi di accoglierli nella sua campagna. La battaglia per la Casa Bianca è comunque ancora lunga e l’unica certezza, quella che spaventa molti elettori, è che alla fine bisognerà scegliere di nuovo tra due anziani tutt’altro che brillanti.