Tra il dire e il fare

Tutti attenti, antenne tese

Il dovere civico riguarda tutti noi, orgogliosi cittadini di un Paese fortunato che non possono abbassare la guardia di fronte alle metastasi di tanti cancri malavitosi purtroppo presenti pure in casa nostra
Alessio Petralli
Alessio Petralli
23.05.2022 06:00

Incisiva e di sostanza la lunga intervista di Gianni Righinetti a Stefan Blättler, apparsa su queste colonne venerdì scorso. Blättler, eletto Procuratore generale della Confederazione otto mesi fa, è uomo di grande esperienza con le idee molto chiare. Il virgolettato del titolo lo testimonia efficacemente: «La mafia c’è ma non si vede, aprire gli occhi è un dovere civico». Il dovere civico riguarda tutti noi, orgogliosi cittadini di un Paese fortunato che non possono abbassare la guardia di fronte alle metastasi di tanti cancri malavitosi purtroppo presenti pure in casa nostra.

Ne ha reso conto puntualmente anche la RSI nel bel Falò di giovedì scorso con il servizio di Maria Roselli e la successiva intervista di Michele Galfetti a Blättler, che con la sua presenza in studio e in un ottimo italiano ha confermato la sua convinta disponibilità ad occuparsi con rinnovata e benvenuta attenzione del canton Ticino. Su un tema delicatissimo, in due giorni, tre approfondimenti di qualità che solo un ricco sistema informativo come il nostro può permettersi di proporre: non dimentichiamoci di questo nostro privilegio!

In fondo il problema vero è stare in guardia di fronte a un nemico che non si vede. Dobbiamo tutti aguzzare l’ingegno, tenendo d’occhio in particolare certi settori che a nostra insaputa ci possono accompagnare nella nostra quotidianità, quali la ristorazione.

Sarà forse per questo che Blättler, poliglotta con un ottimo italiano, ha lanciato un’esortazione per qualche verso «gastronomica», invitando tutti i cittadini a fare in modo che questi quasi «invisibili malavitosi» non si sentano a proprio agio in Svizzera: «Non lasciamo dormire sonni tranquilli ai mafiosi, né facciamo loro gustare i profitti illeciti».

Ecco, il verbo «gustare» è particolarmente appropriato quando si pensa a un pacifico godimento dei frutti proibiti da parte di una criminalità organizzata, che ha bisogno di porti ricchi e sicuri per riciclare il denaro sporco, frutto di attività delinquenziali in svariati campi.

Per contrastarla efficacemente, secondo il Procuratore generale servono in particolare in prima battuta poliziotti ben preparati, che riescano tra l’altro a smascherare tempestivamente chi vuole penetrare illecitamente a proprio vantaggio nelle reti informatiche delle nostre banche e delle nostre istituzioni.

È vero, tutti cittadini sono chiamati in qualche modo a vigilare (badando al «contratto di lavoro o lo stipendio pagato»), ma sono soprattutto gli addetti a certi lavori che possono drizzare le loro antenne a favore dell’antenna ticinese del Ministero pubblico federale, elogiata e ritenuta indispensabile da Blättler. Si tratta ad esempio dei «responsabili del registro di commercio e degli uffici di fallimento». Insomma siamo tutti al fronte, ma alcuni lo sono evidentemente più di altri, di una battaglia che va combattuta per evitare che si trasformi in quella guerra che la vicina Italia purtroppo conosce da sempre.

In sostanza ci sono da tempo anche da noi segnali preoccupanti che si sono recentemente ben palesati (nel 2021 in Svizzera i procedimenti penali sotto il titolo «Organizzazioni criminali» sono 49) e che invitano a tenere altissima la guardia.

Il nostro tessuto sociale ed economico rischia di ammalarsi sul serio, ma Stefan Blättler ci è parso il medico giusto per intervenire con risolutezza quando si è ancora in tempo. 

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