Contromano

Uffa, che noia il Gran Premio di Montecarlo

La tappa monegasca ha un immeritato fascino da prima pagina, quando invece le gare sono quasi tutte prive di pathos
Pino Allievi
Pino Allievi
29.05.2023 22:30

Uffa, che noia. Il Gran Premio di Monte Carlo ha un immeritato fascino da prima pagina, quando invece le gare sono quasi tutte prive di pathos e offrono lo spettacolo deprimente di una processione di auto che non riescono a sorpassarsi. È un’infelice costrizione legata ad un tracciato anacronistico per le F1 moderne che sono larghe, lunghe e dispongono tutte della stessa potenza. Per contro, l’ora di qualifiche nel Principato è una delle vere, grandi, emozioni della Formula 1, perché i piloti sono costretti a mostrare davvero quanto valgono, prendendo rischi e azzardi in ognuna delle 19 curve che formano i 3’337 metri di pista. Ed è qui che Max Verstappen, sabato, ha dato lezioni di guida, con una pole position da brivido, ottenuta appoggiandosi lievemente ai guard-rail senza sbattere né sbandare. Un acrobata che in gara ha rischiato molto meno ma ha dominato in tutte le condizioni che si sono presentate: dall’asciutto dei primi 50 passaggi, alla pioggia sino al 62. giro, all’umido nei restanti 16. Implacabile lui, con la guida funambolica e precisa al millimetro, inesorabile la sua Red Bull che come al solito ha gravato meno delle macchine rivali sulle gomme. Facile, quindi, quando si guida una macchina di quelle caratteristiche? No, basti pensare che mentre Verstappen è scattato in pole position, Perez con l’altra Red Bull era in ultima fila. Solo Fernando Alonso è emerso come un gigante tra i rivali. Il secondo posto stavolta è stato più suo che della Aston Martin e la strenua difesa nei prima giri, per evitare che Verstappen prendesse il largo, è stata una dimostrazione di estrema bravura. Poi – è da accertare se sia avvenuto per colpa del pilota o del box – c’è stata la doppia fermata per cambio delle gomme e a quel punto Fernando si è accontentato del secondo posto, davanti al francese Esteban Ocon. La delusione di Monaco? La Ferrari. La squadra di Maranello non riesce a ritrovare la via delle prestazioni e della continuità. Cambiano i dirigenti, a Mattia Binotto è subentrato Frederic Vasseur, ma le cose per ora – in un ristretto lasso di tempo in cui il manager francese non poteva compiere miracoli – stanno andando peggio di un anno fa. Lo dicono i numeri. Dopo sei gran premi e una gara sprint, la Ferrari ha 81 punti in meno del 2022 mentre la Red Bull ha compiuto un progresso di 98 punti e la Aston Martin addirittura di 114. Nell’altra stagione, Leclerc aveva vinto due gran premi mentre ora la rossa è a zero.

E qui si torna agli abituali processi che scattano da parte degli «ingegneri del lunedì», come Enzo Ferrari chiamava i giornalisti che analizzavano le performance delle sue vetture. Punto primo: la macchina. La SF 23, stando a quanto ha dichiarato Vasseur, non è un progetto sbagliato ma è certamente una macchina difficile da mettere a punto per le condizioni diverse di ogni pista. Con una costante, però: quella che Charles Leclerc chiama «la gestione delle gomme», ossia il degrado che all’improvviso si presenta e costringe i piloti alla resa. Ma a Monte Carlo (Leclerc sesto a 61’’8, Sainz ottavo a 63’’3!) è andata in tilt, di nuovo, la strategia, un comparto nel quale Vasseur era intervenuto subito. Sabato Leclerc è stato arretrato di 3 posizioni perché nessuno gli aveva segnalato di farsi da parte perché stava sopraggiungendo Norris, alle sue spalle, a piena velocità. Domenica, una volta capito che si era fuori dai giochi per la vittoria, bisognava anticipare la sosta di una o delle due macchine, quando è cominciato a piovere. Un azzardo, sì, perché poteva pure smettere subito, ma quando non si ha nulla da perdere si deve provare. Ovvero, per le tattiche siano fermi a un anno fa. Quanto alla macchina, domenica prossima in Spagna sono annunciate pance nuove e una inedita sospensione posteriore: sarà la prova del nove, perché se la SF23B continuerà a balbettare bisognerà rinviare tutto all’anno prossimo: ritornello divenuto purtroppo abituale quando si parla di Ferrari…