Un patrimonio di bellezza
Scelta da Svizzera Turismo per promuovere con il calciatore Yann Sommer l’immagine turistica del Paese, nei giorni scorsi Michelle Hunziker è stata a Campra per promuovere una valle che vale una riscoperta, come le nostre altre. Per gli italiani è «la bella svizzerina» sempre sorridente, come le valli, arrivando davanti alle quali, al San Gottardo, il massimo poeta tedesco, Wofgang Goethe, avrebbe detto ai fratelli Stolberg, molto prima di arrivare in Sicilia, alla quale riferisce la frase in una sua opera, che erano davanti alla terra dove fioriscono i limoni. La Svizzera conservò quella frase introdotta da Goethe nel Guglielmo Meister. Non era ancora nella terra degli aranci, ma già qui fiorivano i limoni, fra gli abeti e le palme. Sono gli anni in cui inizia la moda del «grand tour», che porterà a Sud gli spiriti più aristocratici e le menti curiose che volevano ritrovare la classicità che aveva determinato la grande cultura universale. Da qui erano partiti gli artigiani lapicidi e successivamente i grandi architetti, fra i quali, fondamentali nella storia, nomi illustri come Borromini, Maderno e Fontana fino al Trezzini in Russia. Occorrerebbe un libretto pubblicitario, guida turistica multilingue, in cui venga divulgata la bellezza del Ticino e della sua storia, dei suoi artisti e dei laghi. Uno dei cinque ponti più celebri del mondo, il Ponte dei sospiri, è del luganese Antonio Contin, su quella laguna dove la statua di Atlante che sorregge il mondo e accoglie i viaggiatori è del Falconi da Lugano. I Ticinesi nei tempi sono andati lontano nel mondo, dall’Argentina agli Stati Uniti, nei commerci e nell’edilizia e hanno creato fortune anche per gli altri. I palazzi Gargantini a Lugano sono baluardi di bellezza sulla riva del lago. Così come grandi spiriti elevati scelsero queste terre per sostare o per vivere. Gente partita, quindi, ma tanta ne è arrivata fra i nostri laghi, in cerca della libertà o della bellezza. Fare conoscere storia e bellezza del Ticino, anche con le sue amene zone sciistiche, in una campagna pubblicitaria su carta, duratura nel tempo, diffusa da ambasciate e istituzioni interessate potrebbe portare frutti. La Svizzera, contrariamente a quanto si crede, non è il Paese più caro d’Europa. Quell’Europa che, come unione, è stata pensata qui da Giuseppe Mazzini nel suo primo esilio svizzero e proclamata a Berna con la sua fondazione della Giovane Europa, un’idea cara a Carlo Cattaneo, promotore del nostro primo Liceo. Per gli amanti delle Lettere sarebbe attraente sapere che qui l’inquieto poeta Rainer Maria Rilke trova la sua pace andando a leggere nella chiesa di San Quirico, a Locarno. Franz Liszt qui si trovò bene, soggiornando anche al Parco Tassino, come si trovarono bene re e regine di mezza Europa che non mancavano un soggiorno lacustre nei magnifici alberghi che preludevano alle gioie italiche sul mare. Scrittori e musicisti vollero abitarci, come Erich Maria Remarque, con la bellissima attrice consorte Paulette Goddard, e Giacomo Puccini, che a Vacallo compose la sua prima grande opera, Manon Lescaut. Avrebbe voluto abitarci sempre. Nella rosa dei grandi della musica entrano Bruno Walter e Eugen d’Albert. In segreto qui visse von Karajan e per vent’anni Arturo Benedetti Michelangeli. Anche Hemingway venne a rivedere i posti raccontati in Addio alle armi, sul Verbano dove scrisse una delle sue pagine più belle, quella della traversata del lago fra realismo e poesia. Altri premi Nobel hanno amato questi luoghi e ci hanno vissuto, come Sir John Eccles, Salvador del Madariaga e Renato Dulbecco. La gloria letteraria a Lugano l’hanno portata due premi Nobel: Thomas Mann accanto ai pittoreschi grotti giocava alle bocce a Gentilino con un amico ancora oggi lettissimo e amato dalle giovani generazioni, Hermann Hesse, vicino di casa di altri scienziati dell’economia e della sociologia come Horkheimer e Friedrich Pollok, protagonisti della Scuola di Francoforte che oggi a Gentilino riposano, lungo quella strada dove bambina passeggia proprio anche la Hunziker. Anche tanti inglesi e americani hanno amato la Svizzera e hanno eletto il basso Ticino a dimora distensiva, così come molti artisti e scrittori svizzeri sono venuti a Sud. La storia della politica internazionale qui ha scritto una grande pagina, nel 1925, quando i Patti di Locarno fecero parlare il mondo. Oggi non sono le figure storiche a fare il turismo, ma le loro rievocazioni se ben divulgate possono sostenerlo e il senso dell’ospitalità illuminarlo con offerte culturali e gastronomiche di pregio che allettano sempre. È da qui che la ristorazione di due fratelli di Mairengo conquistò New York e ancora oggi da Delmonico ci sono file d’attesa di settimane. È necessaria una divulgazione pubblicitaria del Ticino attraente, senza esagerazione nei vanti ma con la suggestiva storico paesaggistica portante. Ci sono eventi e offerte culturali elevati, grazie anche all’OSI e al LAC. Se torneranno anche le mostre di risonanza cresceremo ancora, con il sorriso milionario della bella Michelle e sulle parate di Sommer anche senza la Nazionale.