Una visione dal Ticino al mondo e ritorno

Il Corriere del Ticino nasce e vive da ormai 134 anni nel cuore del nostro territorio, ma ha sempre guardato oltre le montagne che lo circondano. Fin dalle sue origini, la nostra missione è stata quella di costruire un ponte: tra il Ticino e il mondo, tra la realtà locale e le grandi trasformazioni globali che, anche da lontano, toccano la nostra quotidianità. Oggi, con l’inserto che accompagna l'edizione del 10 novembre e con il sostegno al Lugano Global Forum, alla sua prima edizione, riaffermiamo questo impegno: aiutare i nostri lettori a comprendere le connessioni di un mondo che cambia, senza mai perdere il radicamento nella nostra comunità.
Viviamo in un’epoca in cui le frontiere, fisiche e mentali, si sono fatte porose. Le decisioni prese a Washington o a Pechino hanno effetti immediati anche su chi lavora a Lugano; i mutamenti tecnologici, economici e climatici ridisegnano i nostri equilibri sociali e produttivi. In questo scenario, la sfida del giornalismo non è soltanto raccontare i fatti, ma dare senso e prospettiva. Perché solo comprendendo la dimensione globale di ciò che accade possiamo capire fino in fondo l’impatto sul nostro territorio e, allo stesso tempo, solo conoscendo la nostra realtà locale possiamo leggere con consapevolezza ciò che accade nel mondo.
Questa è la visione glocal che ha sempre contraddistinto il nostro giornale, che non vuole rinchiudersi in pericolosi quanto inutili provincialismi: uno sguardo aperto, curioso, capace di muoversi tra micro e macro senza perdere il filo è un valore aggiunto per chi legge, ma anche per chi scrive, ossia per i giornalisti che devono continuare a essere mossi da una sana e contagiosa curiosità. Un giornale glocal, infatti, è un giornale che non teme la complessità, ma la affronta con il rigore dell’analisi, la forza della competenza e il rispetto per i suoi lettori. È un giornale che accompagna, che orienta, che fornisce chiavi di lettura in un’epoca di flussi informativi inarrestabili e spesso confusi. Confusi fino a sfociare in letture a dir poco singolari e creare quelle fake news dalle quali solo il presidio di un buon giornalismo rigoroso ci può salvare. La Storia, come abbiamo già avuto modo di ribadire, ci insegna che dalle maggiori crisi ci si può dirigere con fermezza verso un futuro migliore. Gli strumenti per farlo li abbiamo. L’informazione, ad esempio. In un contesto notevolmente complicato come l’attuale, i media, chi più chi meno, hanno saputo restare un punto di riferimento. Non si riesce a immaginare – e forse è meglio non provarci nemmeno – il livello di confusione e di anarchia che si sarebbe sviluppato sotto i nostri occhi per esempio durante la pandemia in assenza di un presidio informativo equilibrato come quello che i nostri media hanno saputo garantire. E lo stesso vale oggi, davanti a uno scenario geopolitico drammatico che necessita di analisi lucide e approfondite e non di improvvisate e istintive urla sui social media.
Il Lugano Global Forum, che nasce come luogo di incontro tra culture, idee e interessi economici diversi, darà delle avvincenti chiavi di lettura e rappresenta un crocevia in cui il Ticino può dialogare con il mondo, portando le proprie specificità e ascoltando le grandi voci del nostro tempo. Sostenere questa nuova iniziativa significa credere nella forza del confronto e della conoscenza. Significa pensare il nostro territorio non come una periferia, ma come una piattaforma di pensiero e d’azione centrale e aperta, consapevole e proiettata verso il futuro.
Il Corriere del Ticino continuerà a essere un compagno di viaggio in questo percorso di analisi. Con i nostri approfondimenti, con la voce dei nostri giornalisti, con la fiducia dei nostri lettori, vogliamo restare fedeli alla nostra vocazione: raccontare il mondo partendo dal Ticino e raccontare il Ticino parlando al mondo. Perché solo in questo dialogo continuo tra vicino e lontano si costruisce una comprensione autentica non solo dell’oggi ma, probabilmente, anche del domani.

