Pensieri dal battellino

Unità di intenti

La foto ufficiale del Consiglio di Stato per il 2025-2026, con artificiosa messa in posa casual, è stata scattata sul Monte Ceneri, «alla congiunzione fra Sopra e Sottoceneri»
Bruno Costantini
19.04.2025 06:00

Vuoi vedere che per la Giustizia ticinese non sarà una Pasqua di resurrezione? Da Asia non mi aspettavo questa considerazione mentre si stava asciugando dopo tutta la pioggia che abbiamo preso sul battellino nel trasportare in giro per il golfo le ultime casse di Barbera fatto col mulo per il pranzo di domani. Insomma, mai un attimo di pace, con le due sentinelle anticapitaliste dell’MPS Pino e Pronzino che hanno interpellato il Governo su presunti tentativi di pressione dal Palazzo di giustizia verso i parlamentari per la nomina di un giudice del Tribunale d’appello.

I veleni togati degli scorsi mesi non sono serviti per suggerire più cautela in un sistema di nomina dei magistrati che già di suo si presta a indebite ingerenze da una parte o dall’altra? Pino e Pronzino sono stati fulmineamente smentiti da Fiorenzo Dadò, presidente della commissione parlamentare che si occupa della nomina, ma replicano che è scontato che si smentisca e che per pensare il contrario bisogna essere caduti dal seggiolone da piccoli (immagine ormai storica nata da quanto diceva il PST al PSA, completando una battuta di Benito Bernasconi, durante l’infuocato dibattitto sul finanziamento dei partiti seguito all’affare Losinger alla fine degli anni Settanta del secolo scorso). Aspettiamo quindi sereni e fiduciosi la risposta del Governo.

La mia amica microinfluncer del lago e content creator sostiene che Pino e Pronzino sono comunque degli scellerati visto che con il loro agire adombrano la letizia pasqualina di Super Norman nella sua doppia carica di capo del Dipartimento delle istituzioni e, per la terza volta, di presidente del Governo. È il secondo anno di fila che a Pasqua si danno grattacapi al consigliere di Stato a vita leghista e democentrista. Lo scorso anno ebbe la grana dell’incidentello sull’autostrada che l’aveva indotto ad autosospendersi dalla guida dipartimentale della Polizia, vicenda poi rientrata stabilito che Super Norman non fu favorito, anche se due agenti devono ancora essere processati con l’accusa di favoreggiamento… in assenza di un favorito. Surreale. Lasciati dunque alle spalle mesi di tribolazioni di vario genere, Super Norman nel suo anno di presidenza vuole promuovere «una visione positiva del Ticino», rinsaldando il «legame fra la popolazione e le sue istituzioni».

Delle sante parole, ha commentato la mia amica pompando sui social la buona novella. Inoltre c’è anche un bel simbolismo. Nel comunicato di Palazzo si spiega infatti che la foto ufficiale del Consiglio di Stato per il 2025-2026, con artificiosa messa in posa casual, è stata scattata sul Monte Ceneri, «alla congiunzione fra Sopra e Sottoceneri, come segnale della volontà del Governo di promuovere una politica all’insegna dell’unità di intenti». Concordia la chiamava Stefano Franscini la città che immaginava sul Monte Ceneri come capitale del Cantone. Oggi il sogno fransciniano dovrebbe essere superato dal concetto di Città Ticino la cui forza si è vista con le candidature a Capitale culturale della Svizzera 2030: Lugano, con il sostegno di Locarno e Mendrisio, ne ha inoltrata una, Bellinzona un’altra. Grande colpo di genio della capitale economica e di quella politica separate da ben quindici minuti di treno. Ma ’sta idea di Città Ticino è allora utile solo per ammobiliare l’aria dei salotti parolai? Io e Asia continuiamo a crederci, ma sospettiamo d’essere caduti dal seggiolone da piccoli. A nostra insaputa, ovviamente.