L'opinione

Compensi agricoli per le Officine FFS di Castione a Biasca: Errare humanum est, perseverare é diabolico!

L'opinione di Omar Terraneo, deputato al Gran Consiglio Ticinese già municipale del comune di Biasca
Red. Online
13.06.2023 10:44

Leggendo gli articoli apparsi sui media relativi ai compensi agricoli per le Officine FFS di Castione, mi sento di poter sostenere che si predica bene ma si razzola male! Sono tutt’ora convinto che l’ubicazione alternativa nell’area industriale dell’ex Monteforno di Bodio-Giornico costituiva un ottima opportunità di sviluppo socioeconomico per tutto il cantone.

Con l’obiettivo di ridare slancio al comparto industriale della Bassa Leventina, che dopo la chiusura della Monteforno è stato abbandonato ai propri destini dalla politica cantonale, mi impegnai molto per sensibilizzare la classe politica che, facendo astrazione dagli interessi economici delle FFS, la scelta di Castione non fosse la più corretta. Era evidente sin da subito che trovare 80’000 metri di compenso agricolo per i terreni sacrificati a Castione sarebbe stata impresa assai ardua.

Le dichiarazioni del Consiglio di Stato che si sarebbe impegnato nel rilancio dell’area industriale della Bassa leventina e delle aree di lavoro dell’alto Ticino - che trovano riscontro nella politica economica cantonale e nelle schede di Piano Direttore - edulcorate poi dalle rassicurazioni che il compenso reale non sarebbe avenuto nelle Tre Valli, convinsero il sottoscritto e più scettici ad approvare i crediti per la realizzazione delle nuove officine.

Apprendere che buona parte del compenso di terreni agricoli avverrà proprio in Riviera (Osogna e Biasca) stride parecchio con la visione politica promossa dal Cantone e con le aspettative di crescita di un intera regione! Gli esperti definiscono le Tre Valli la «Regione dal potenziale inespresso». Credo molto nelle risorse e nel potenziale del nostro territorio. L’impegno dei Comuni, del Cantone e dell’Ente Regionale per lo sviluppo economico ne sono la chiara testimonianza. Benvengano i cantieri delle grandi opere. Nelle regioni periferiche e nelle Valli servono però investimenti volti e conservare le risorse territoriali e generare posti di lavoro duraturi. Il lavoro è linfa vitale e fonte di sopravvivenza per infrastrutture scolastiche, sportive e servizi alla cittadinanza. Motivo per cui ridurre le zone edificabili destinate alle attività economiche sarebbe come tagliare il ramo sul quale siamo seduti. In un Cantone dove i terreni per attività lavorative sono merce rara, dove parlare di nuovi azzonamenti é pura eresia, dove Mendrisiotto, Luganese e Locarnese hanno l’economia congestionata nel traffico, dove la mancanza di posti di lavoro nelle regioni periferiche è causa di spopolamento e degrado sociale, auspico che Cantone ed autorità politiche locali proseguano determinati verso gli obbiettivi prefissati, senza farsi sedurre dalla politica «facilona» del tutto e subito. Soluzioni facili a problemi complessi non ce ne sono! La politica deve dare risposte concrete ai problemi quotidiani ma soprattutto deve creare basi solide per permettere alla società di crescerere in termini economici e di qualità di vita. Pianificare a medio-lungo termine nell’interesse generale è faticoso e politicamente poco sexy, ma altrimenti a che servirebbero gli investimenti in studi, strategie e pianificazioni se non a produrre un esercizio alibi sterile e poco credibile?