L'editoriale

Bellinzona, piantati in asso i liberali

A distanza di due anni dal grande sgarbo, il guanto di sfida lanciato da Simone Gianini al sindaco Mario Branda, il Partito socialista lunedì sera ha piantato in asso il PLR
Alan Del Don
10.05.2023 06:00

Forse chiamarlo regolamento di conti (retroattivo) è sbagliato, perciò chiediamo subito venia. Ma a distanza di due anni dal grande sgarbo (il guanto di sfida lanciato da Simone Gianini al sindaco Mario Branda per la poltrona più ambita), il Partito socialista lunedì sera ha piantato in asso il PLR. Sì, l’espressione calza a pennello. Raramente era successo negli ultimi dieci anni che i due schieramenti non votassero in modo compatto. A dividerli, stavolta, è stato il destino degli alberi secolari del viale Stazione. La mozione liberale radicale auspicava la sistemazione della parte centrale della spina dorsale cittadina, come fatto per quella bassa. Ciò avrebbe comportato la rimozione di tigli ed ippocastani. I «compagni» hanno detto un chiaro no e, supportati dalla destra e dal fronte composto da Verdi-FA-MPS-POP, sono riusciti (per ora, e per due voti) a salvare il verde urbano.

Facendo però così uno smacco al loro capodicastero, quell’Henrik Bang che da ingegnere forestale avrà di sicuro cercato di convincere in tutti i modi gli amici del PS che per un restyling completo non vi sono alternative alle motoseghe e alla sostituzione delle piante. Il buon «Bingo» ha ereditato le Opere pubbliche dal collega PLR Christian Paglia, colui che per primo nel 2019 aveva candidamente ammesso che, sì, c’era un progetto per porre mano al rettilineo che dalla stazione FFS arriva fino a largo Elvezia. La conditio sine qua non sarebbe tuttavia stata la rinuncia agli alberi. Apriti cielo. Si scatenò il parapiglia sui social e, complice una petizione online sottoscritta da 6.500 cittadini in un lampo, il progetto ritornò quatto quatto in uno dei tanti traboccanti cassetti di Palazzo Civico. È ricomparso due anni e mezzo più tardi, in virtù della mozione presentata da Vito Lo Russo e cofirmatari. Ma non è stato baciato dalla Dea bendata nemmeno in questa occasione.

In ogni modo non ci poteva essere tema migliore, così sentito dalla popolazione e che, innegabilmente, suscita emozioni, per lanciare le Comunali del 2024. Nei prossimi undici mesi nella capitale non ci si annoierà. A partire da un altro argomento di quelli che fanno presa sull’elettorato: il moltiplicatore d’imposta. Sia il Municipio sia il Legislativo sembrano essere propensi ad abbassarlo (è stabile al 93% dal 2018). Già dall’anno prossimo? Nell’ambito del preventivo dovranno essere valutate, inoltre, altre misure riguardanti la revisione della spesa in corso e che, effettivamente, sta dando i risultati sperati. Il PLR ha ribadito a più riprese che l’Esecutivo dovrebbe osare maggiormente, che vi sono insomma ancora dei margini di risparmio. Il PS non vuole comunque sentire parlare di tagli, ad esempio, nel sociale.

A fare da ago della bilancia, ça va sans dire, ci penseranno le altre forze politiche. Sugli alberi il Centro si è schierato con il PLR, ma non sempre hanno condiviso le radici. Lega-UDC spesso nella Turrita sono all’opposizione pur avendo un municipale. Finora l’atteggiamento da Giano Bifronte ha pagato (ricorderete la vittoria sugli onorari nel 2018), e i democentristi oltretutto hanno il vento in poppa. Infine ecco i Verdi, il ForumAlternativo ed il Movimento per il socialismo. Fallito l’approdo nella stanza dei bottoni nel 2021, si sono mossi egregiamente in questa legislatura portando avanti le tematiche a loro affini (ambiente, case anziani, servizi extrascolastici). Affronteranno di nuovo le urne assieme? O (ri)vedremo il fronte progressista unito (ecologisti e socialisti) che i rispettivi vertici hanno etichettato come un progetto salvifico per il Ticino? Forse, più dei tigli, a Bellinzona nella fattispecie servirebbe un ramoscello d’ulivo.

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