L'editoriale

I giornali di qualità che soffrono? Un paradosso

Abbiamo sempre più bisogno di notizie verificate e di analisi accurate dell’attualità (per vivere, per lavorare e per muoverci correttamente nel mondo) ma le poche testate che le forniscono, con grande dispendio di risorse, soffrono oggi di una miriade di problemi
Paride Pelli
17.10.2025 06:00

Oggi il Corriere del Ticino esce in tiratura aumentata con un’edizione di 56 pagine e viene distribuito a gran parte dei fuochi del nostro cantone. È l’opportunità giusta, per chi non è ancora abbonato al nostro giornale o per chi, sia mai, non lo conosce, di valutare la qualità del nostro modo di fare giornalismo, e in tutti i suoi aspetti: dalla selezione delle notizie locali e internazionali al loro puntuale e preciso racconto, fino agli approfondimenti, alle analisi e ai commenti. Ma è pure l’occasione per qualcosa di più: una riflessione, magari anche solo individuale, sul valore del giornalismo cartaceo in un’epoca in cui quest’ultimo resta, o meglio resiste, al centro della vita comune e della riflessione democratica, ma con una difficoltà inaudita rispetto al passato.

È una crisi davvero profonda e paradossale: tutti abbiamo sempre più bisogno di notizie verificate e di analisi accurate dell’attualità (per vivere, per lavorare e per muoverci correttamente nel mondo) ma le poche testate che le forniscono, con grande dispendio di risorse, soffrono oggi di una miriade di problemi, di ostacoli e di concorrenze aggressive, quando non illecite, portate avanti specialmente dai colossi web stranieri. È forse una di quelle volte nella storia che la qualità viene riconosciuta da tutti senza però essere ripagata in quanto tale. Appunto, un paradosso. Negli ultimi anni la politica federale e quella cantonale si sono finalmente accorte di questa situazione pericolosa per la stessa democrazia elvetica così come la conosciamo e hanno tentato di porvi rimedio, con regolamentazioni e ultimamente aiuti, ma in sostanza non si è ancora trovato la quadra per tenere il Far West dell’informazione fuori dalle porte della Confederazione. O anche dentro, se proprio si vuole, ma con paletti precisi e solidi che le impediscano di fare danni. Le multe miliardarie comminate dall’UE ai giganti americani di internet sono solo la punta dell’iceberg che lascia appena intravedere quanta ricchezza venga sottratta, con pratiche discutibili (eufemismo) soprattutto nel settore della raccolta pubblicitaria, alle realtà editoriali locali. E pure la strategia della Posta - non solo con la consegna sempre più tardiva delle singole copie nella buca delle lettere - non è certo di aiuto ai giornali.

Al di là di tale denuncia, va detto che anche le aziende dei giornali devono fare la propria parte in un mondo che cambia, specialmente nella gestione delle risorse e nel trovare il modo per coniugare tradizione e rinnovamento. Per i giornali è davvero vietato fermarsi, pena il passare dalla parte del torto, anche e soprattutto quando la qualità è alta e deve restare tale. Ed eccoci qui. Sul fronte del Corriere del Ticino i prossimi mesi porteranno alcune sorprese ai nostri abbonati e lettori. La prima è nota da alcuni giorni: il nostro settimanale, la Domenica, diventerà parte integrante della foliazione del sabato del Corriere, mantenendo il suo peculiare stile di giornalismo di approfondimento e di commento. È un modo per dare agli abbonati ancora più sostanza, grazie a inchieste e interviste, racconti e commenti che andranno a completare e ad allargare la linea del Corriere del Ticino. Un’altra novità consisterà nell’introduzione di nuove firme (sono, queste, il sale del giornalismo) e di nuove modalità di approfondimento. Chi continuerà o inizierà a seguire il Corriere del Ticino su tutte le sue piattaforme, dal cartaceo al digitale, avrà dunque un’offerta in grado di coprire ad ampio raggio la realtà di oggi, a partire, ça va sans dire, da quella locale. Pur nella tempesta, che non accenna a finire, siamo dunque fiduciosi: nel mare magnum dell’informazione, la qualità, prima o poi, viene intercettata e torna centrale.