Leone XIV, uno slancio missionario alla Chiesa

Le parole dell’omelia della Messa di inizio pontificato aiutano a comprendere cosa sia importante per un papa e per il suo ministero. «Amore e unità: sono le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù». Leone XIV ha già dato modo di leggere un «glossario» di parole che gli stanno particolarmente a cuore: pace, amore, famiglia, cammino insieme, poveri, mondo, attualità. Ieri, durante la Messa, ha approfondito alcuni di questi temi, lasciando intuire che il suo pontificato sarà ricco di contributi e riflessioni su temi di attualità legati ad una lettura profondamente cristiana. Per parlare del suo ruolo di Papa ha parlato esplicitamente del rapporto tra Pietro e Gesù: il Pontefice è tale perché, come vescovo di Roma, è successore di Pietro; non stupisca quindi che per comprendere cosa stia a cuore a Leone sia necessario leggere la descrizione che lui pone del rapporto del primo Papa e il Salvatore. Leone descrive come essenziale il riconoscersi amato da Dio, anche oltre i propri limiti e le proprie difficoltà. La storia di Pietro è faticosa: si addormenta nel Getsemani davanti alla richiesta di Gesù di pregare, è rimproverato da Gesù con le forti parole «va’ dietro a me Satana» quando tenta di dare una sua visione, affonda nelle acque perché non si fida di Gesù non appena si alza un po’ di vento. Leone desidera ricordare quindi che il Papato è per sua natura fragile a livello umano, ma forte in quanto segnato dal profondo rapporto con Gesù. Nelle prime parole (di questi giorni ma soprattutto nell’omelia di inizio ministero) c’è un dato di fatto: sembra proprio che il Papa desideri sottolineare che l’esperienza della Chiesa debba essere per sua natura profondamente cristiana. Tutte le parole che si aggiungeranno al vocabolario leoniano in questi anni dovranno essere in relazione con Gesù è il suo messaggio, non si potrà prescindere da questo. Davanti alle profonde sfide che riguardano l’unità della Chiesa, tanto frammentata al suo interno, al mondo intero con le sue sfide o al fragile cammino di ciascuno Papa Leone ribadisce la profondità del messaggio cristiano. Così facendo, il messaggio dei cristiani diventerà veramente inclusivo al massimo livello: perché «la Chiesa deve essere piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità nella pasta di un mondo segnato dalla discordia, dall’odio e dalla violenza». Leone nella sua omelia ha parlato della «proposta cristiana», il 9 maggio ricordava che «in molti contesti la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda». Il nuovo Papa ha già dato uno slancio missionario ad una Chiesa che non esige ma propone. Perché la via cristiana è possibile. Papa Francesco insisteva sulla Chiesa in uscita, con le porte spalancate, che accoglie tutti, tutti, tutti. Ora Leone sembra invitarci - nel puro spirito agostiniano - ad ascoltare e dialogare con il singolo, prima che con le categorie. A prestare orecchio e a proporre la via cristiana alla vita concreta di ognuno: «l’amore di Dio valorizza la storia personale di ciascuno», ricordava ieri. Ecco la Chiesa di Papa Leone, una Chiesa in cui l’io e il noi si intrecciano, ed entrano in dialogo con quel Lui imprescindibile. «Questo è lo spirito che deve animarci, senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo». Con voi cristiano, per voi vescovo: lo diceva sant’Agostino, lo ha detto Leone. Si sente già la freschezza di un nuovo passo che non rompe, ma continua il cammino della Chiesa.