L'editoriale

L'equilibrio graffiante e il gioco dell'oca

Il Governo è al lavoro per il varo della manovra per risanare le finanze cantonali: prima delle cifre ecco le "istruzioni per l'uso"
Gianni Righinetti
05.09.2023 06:00

Settembre non è un mese qualunque. Segna la fine del relax estivo e ci proietta a tutta velocità verso la fine dell’anno, periodo di scadenze improrogabili, quel limite massimo per portare a (buon) fine i dossier che non si possono trascinare oltre. Tutto questo vale anche per la politica, chiamata a mettere i titoli di coda a qualche incarto rognoso (e la lista sarebbe lunga), così come a fissare i paletti per l’anno che verrà. Probabilmente è nel solo imminente autunno che il mondo della politica governativa riesce a dare prova di lungimiranza, piuttosto che agire, come avviene in maniera ricorrente, di rincorsa. Il primo colpo di matita, le prime cifre e le primissime previsioni sul domani le farà il Consiglio di Stato entro la fine del mese, al più tardi ad inizio ottobre, con il varo del Preventivo 2024. E quello che uscirà dalla sala del Governo, pronto per essere dato in pasto alle sempre fameliche bocche di un variegato e confuso Parlamento capace di tritare anche l’osso più duro, non sarà una previsione comune. Dopo che la scorsa legislatura è stata dapprima contraddistinta dalla crisi dell’eccezionale pandemia e successivamente dalla ricorrente paralisi da campagna elettorale, ora è arrivato il tempo dell’azione. Sono trascorsi pochi mesi dal rinnovo dei poteri cantonali e le imminenti elezioni Federali, men che meno le Comunali della prossima primavera non devono essere d’intralcio alla necessaria manovra per dare un po’ d’ossigeno alle finanze cantonali. C’è ovviamente curiosità sul varo della manovra 2024, certamente per la sua entità, verosimilmente compresa in una forchetta tra 80-100 milioni di franchi, ma soprattutto per capire dove andrà ad incidere e su quale sarà l’equilibrio tra entrate ed uscite, detto che l’anno che verrà costituirà la tappa intermedia che promette di fissare il deficit a 40 milioni di franchi. Poi, nel 2025, stando al decreto votato dal popolo tra mille discussioni, si dovrà raggiungere il pareggio. Ma senza l’illusione che da quella data si tornerà ad avere conti nelle cifre nere come era stato il caso con la tripletta 2017-2019 (+80,4; +137,2 e +60,3 milioni). Se da una parte è vero che quella schiarita era il frutto di una manovra condotta in porto senza eccessivi drammi, l’operazione all’orizzonte pare più destinata ad evitare cataclismi da conti in rosso, facendo esplodere indicatori come il debito pubblico o trascinando nel baratro l’autofinanziamento negativo (indebitarsi anche per fare fronte alle spese correnti), che per dare vita a una lunga stagione con finanze solide. Tra qualche settimana conosceremo solo la prima tappa del percorso, perché il Governo agirà in due tranche, dapprima, appunto, facendo leva sul Preventivo 2024 come mossa d’avvicinamento, per poi finalizzare e tirare la palla in gol l’anno successivo. Fin qui appare tutto logico e (a parole) semplice. Ma c’è da scommettere che, quando verrà licenziato quel documento, inizierà un estenuante tiro alla fune tra chi vorrà più o meno risparmi da parte della macchina statale e chi più o meno entrate mettendo le mani nelle tasche dei più abbienti o facendo leva su ogni genere di tassa o imposta. E già sentiamo l’eco delle discussioni e del dimezzamento del capello per sostenere che un tale intervento ricade sotto il concetto di spesa e il talaltro sotto quello di investimento. Si tratta, more solito, della soggettiva percezione di comodo che esiste tra i due concetti che non sono suddivisi da un muro a fungere da confine, ma sono un po’ come il confine tra Stati in mare, con le acque che si mischiano rendendo impossibile definirne l’appartenenza.

Il Governo in questa fase non potrà solo essere compatto e granitico, come d’altronde è stato (anche grazie all’arte del compromesso interno) nelle due passate legislature, ma dovrà essere anche sufficientemente graffiante. Senza incidere, lavorando unicamente su indicatori economici quali ammortamenti e rivalutazioni, il Ticino non andrà lontano, perché significherebbe mancare in maniera clamorosa l’irripetibile occasione di cambiare soprattutto qualcosa a livello di macchina statale, ritrovandoci ben presto a recitare i soliti tardivi pentimenti. Manovra graffiante sì, ma nel contempo pure equilibrata perché la situazione per i cittadini non è per nulla rosea tra rincari, inflazione, risalita del tasso ipotecario e l’ennesimo salasso della Cassa malati atteso nelle prossime settimane. Facendo una sintesi potremmo parlare di «equilibrio graffiante» da parte dell’Esecutivo per guardare a un domani finanziariamente più sostenibile. Coscienti che quei veti incrociati che da sempre dominano la scena in Gran Consiglio in vista di accesi ed estenuanti confronti alle urne rischiano di riportarci, come nel Gioco dell’oca con un tiro infelice dei dadi, alla casella di partenza.