Lugano è sicura: la Città a reati zero è pura utopia

Una delle qualità che tutto il mondo riconosce alla Svizzera, e al Ticino, è quella di essere un territorio sicuro. Lugano, in particolare, si è confermata nel 2023, per il nono anno consecutivo, la più sicura fra le dieci più grandi città della Confederazione. Una posizione che verrà mantenuta anche per il 2024. Nulla da eccepire. I numeri parlano chiaro: 36 reati, tra piccoli e grandi, ogni mille abitanti. Chi pensa che dovrebbero essere zero, ci sia permesso, è forse un po’ digiuno di sociologia: significherebbe vivere nel paese dell’utopia. Una società a zero reati è certamente un obiettivo da tener presente e da perseguire, una stella polare utile per orientarsi quando si legifera e si prendono decisioni politiche, ma se diventasse dall’oggi al domani una pretesa assoluta dei cittadini o della politica, non farebbe che precipitarci in una società poliziesca, opprimente e paranoica, con grave danno alle libertà di tutti.
Quando si giudica il tasso di sicurezza sociale di un territorio, occorre un equilibrio particolare, talora difficile da raggiungere in una società altamente mediatizzata, dove spesso si grida all’emergenza. Beninteso, non bisogna mai abbassare la guardia. Ogni singolo reato, soprattutto quelli contro la vita e l’integrità di una persona (che sono in aumento anche a Lugano: +9,1%), è un campanello di allerta. I toni preoccupati di alcuni residenti in città, anche negli ultimi giorni, non vanno sottovalutati. Se c’è una preoccupazione diffusa, è doveroso che la politica se ne occupi. Da evitare, però, numeri alla mano, di far passare per emergenza quella che emergenza non è. O di rendere cupa l’atmosfera di una città che, per adesso, come riferiscono le statistiche, si difende ancora molto meglio di tante altre, in Svizzera e non solo. Basti pensare a quello che accade ogni giorno nella vicina Milano, frequentata sempre con piacere, ma ultimamente anche con una certa ansia, dai ticinesi. Diciamola tutta: nella metropoli lombarda il problema dei reati riguardanti la sicurezza personale è diventato sistemico. Un aggettivo che non ci azzardiamo ad usare per Lugano.
È pur vero che nella zona della Stazione e della Pensilina, alcuni fatti di aggressività se non di violenza ormai non scandalizzano più. Ma restano isolati. Non si può parlare né di gang che si sono impadronite della zona per abbruttirla né di racket ancora peggiori. Discorso in parte diverso per i locali notturni, dove più facilmente i disordini tendono a ripetersi con una certa frequenza. Anche qui si tratta, però, di tenere alta la guardia, di chiedere più responsabilità sia ai gestori che ai frequentatori, di sapere che in quelle zone più che altrove deve appuntarsi l’attenzione delle forze dell’ordine preposte. Da noi, camminando a Lugano, è ancora prassi godersi il lungolago e il monte Brè, anche con un bell’orologio al polso, malgrado proprio ieri la polizia abbia comunicato l’arresto di tre scippatori che avevano alleggerito un malcapitato turista. Ma fin che un reato del genere suscita notizia e scalpore, significa che viviamo ancora in un luogo sicuro.