L'editoriale

Migranti: lo scaricabarile nell'UE non giova

Italia e Francia ai ferri corti per la vicenda della Ocean Viking mentre a Bruxelles non si trova una soluzione a un problema che tocca l'intera Europa
Osvaldo Migotto
15.11.2022 06:00

Il presidente italiano Sergio Mattarella ha telefonato al suo omologo francese Emmanuel Macron per cercare di gettare acqua sul fuoco dopo le roventi polemiche scoppiate negli scorsi giorni tra Roma e Parigi, a seguito del rifiuto del Governo Meloni di accogliere nei porti italiani l’ennesimo carico di migranti portato verso le coste europee da tre navi appartenenti a delle ONG straniere. Una di queste, la Ocean Viking, ha alla fine potuto far rotta verso il porto francese di Tolone, grazie al via libera di Parigi, dove le oltre 230 persone accolte a bordo sono scese a terra dopo un’odissea nel Mediterraneo durata tre settimane.

Alla base del duro attacco dell’inquilino dell’Eliseo all’Esecutivo italiano vi è il mancato rispetto da parte di Roma delle leggi internazionali, e in particolare quelle umanitarie del mare, secondo le quali quando una nave è impegnata in un’operazione di soccorso può attraccare nel porto più vicino. Ieri anche l’Unione europea è tornata a bacchettare il comportamento discriminatorio del Governo Meloni nei confronti delle navi delle ONG che trasportano naufraghi verso i porti italiani, ricordando che l’Italia è la prima beneficiaria del meccanismo di solidarietà, grazie al ricollocamento in altri Paesi UE di 8.000 migranti entro la fine del 2023. Peccato, fanno notare a Roma, che tale meccanismo fino a oggi è stato applicato solo in minima parte. Negli scorsi giorni, in una dichiarazione congiunta, anche Malta, Cipro e Grecia, Paesi di primo ingresso in Europa dal Mediterraneo, hanno definito «deludente e lento» tale meccanismo per il ricollocamento dei migranti. Il problema è che, al di là di tutte le dichiarazioni di facciata a favore di chi viene soccorso in mare mentre cerca di raggiungere l’Europa, all’interno dei singoli Stati non sono molti coloro che accoglierebbero a braccia aperte rifugiati e migranti per motivi economici. Soprattutto ora che le condizioni di vita nel Vecchio continente si stanno facendo dure per molti cittadini a causa dei preoccupanti tassi d’inflazione e della carenza di alcune materie prime che ostacola diversi settori produttivi. Lo confermano i duri attacchi che si sono registrati in Francia nei confronti del presidente Macron, per la sua decisione di accogliere a Tolone i poco più di 230 migranti che si trovavano a bordo della Ocean Viking.

Il quotidiano conservatore «Le Figaro» ha ad esempio sottolineato che la fermezza finora emersa dai discorsi del capo dello Stato su tale fronte, ora è fortemente compromessa. «Nonostante il ministro dell’Interno Gérald Darmanin - prosegue il quotidiano parigino - continui a ripetere che i due terzi dei migranti arrivati non rimarranno in Francia e che il controllo delle frontiere con l’Italia è stato rafforzato, l’operazione di camuffamento non inganna nessuno». Insomma, i duri attacchi di Parigi all’Italia per non aver fornito un porto sicuro a tutte le navi delle ONG che giungono dal Mediterraneo cariche di migranti, forse non sono solo frutto dell’indignazione per il mancato rispetto delle leggi internazionali del mare. Se i naufraghi scendessero tutti nei porti italiani la Francia non si troverebbe più confrontata con le proteste promosse dalla destra populista a Tolone dopo lo sbarco dei naufraghi della Ocean Viking. In Italia, per contro, è stata la sinistra a prendere di mira il Governo Meloni, ricordando, come ha fatto ad esempio il quotidiano «La Repubblica», che basta guardare i numeri degli sbarchi in Italia negli ultimi sei anni, verificare quali sono gli Stati che ricevono la maggior parte delle richieste di asilo, per dimostrare come in Europa ci siano molti altri Paesi che accolgono più migranti dell’Italia.

Dove sta allora la verità sull’emergenza migranti? L’unica cosa certa è che, stando a un rapporto preliminare dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), nei primi 10 mesi di quest’anno la rotta del Mediterraneo centrale ha registrato un aumento del 48% nel numero di attraversamenti irregolari rilevati, che hanno così raggiunto quota 79.140, il che la rende la seconda rotta migratoria più attiva verso l’UE dopo quella dei Balcani occidentali. I trafficanti di esseri umani si stanno così dimostrando molto più attivi nei loro loschi affari di quanto non lo siano le forze d’intervento dell’UE che dovrebbero contrastare il triste fenomeno. Ma il nodo di fondo resta la cacofonia prodotta dai rappresentanti dei 27 Paesi che spesso non permette all’Europa di parlare con un’unica voce. Nel frattempo vige la logica dello scaricabarile. Parigi che accusa Roma per le sue inadempienze e l’Italia che accusa altri Paesi del Club dei Ventisette per la mancata solidarietà. Ma il rimpallo di accuse non giova a nessuno.