Premi malattia, costi sanitari e brutti segnali

Ormai ci siamo messi il cuore in pace. La «ministra» della Sanità Elisabeth Baume-Schneider aveva già detto chiaramente in settembre che anche i premi del 2026 avrebbe subito un rincaro. L’altro ieri, il sito di comparazione Comparis ha cercato di quantificare questo aumento, parlando di un rialzo del premio medio del 4% a livello nazionale. Questo incremento, non confortato da alcun dato ufficiale, è inferiore a quello degli ultimi tre anni.
È difficile stabilire l’attendibilità di una simile previsione, perché le valutazioni da parte degli assicuratori sono appena iniziate e le comunicazioni ufficiali da parte della Confederazione saranno fatte solo a fine estate. I premi vengono calcolati dalle singole casse sulla base di una stima dei costi sanitari, fatta tenendo conto dell’evoluzione registrata nel 2024, dell’andamento parziale del 2025 e di quello ipotizzato per l’anno venturo. Stavolta, c’è un punto di domanda in più, perché in gennaio entrerà in vigore il nuovo tariffario medico Tardoc, il cui impatto è incerto.
Va detto, comunque, che l’anno scorso Comparis ci aveva azzeccato, prevedendo per il 2025 un aumento medio del 6% a livello nazionale e del 10% in certe regioni, come il Ticino. Ora, il portale non azzarda previsioni in termini percentuali per il cantone, ma tende a escludere un ulteriore shock, dopo gli ultimi tre aumenti consecutivi di circa il 10%. Fra le ragioni che dovrebbero portare a un contenimento del rincaro, secondo Comparis, ci sarebbe una normalizzazione sul fronte delle riserve. Oggi, la maggior parte delle casse malati ne disporrebbe a sufficienza e non sarebbe più costretta ad aumentare i premi per ricostituirle. C’è da augurarsi che le cose stiano davvero così, perché solo nel settembre scorso la situazione veniva dipinta ancora come problematica. Stando alle ultime previsioni, infatti, il «cuscino» era destinato a perdere ulteriore spessore. Ma a preoccupare di più dovrebbe essere l’andamento dei costi, che è il fattore chiave per stabilire l’ammontare dei premi. In Ticino, la crescita effettiva è sempre sostenuta. E questo è un brutto segnale.
Dalle statistiche ufficiali sull’evoluzione dei costi pro capite, risulta che negli ultimi dodici mesi (marzo 2024-marzo 2025) sono state fornite prestazioni per 5.915 franchi, con un aumento del 5,8%: l’incremento su base annua è stato di 315 franchi. La media svizzera, invece, è di 4.754 franchi a testa (+223). Il Ticino è diventato per la prima volta il cantone con la spesa pro capite più elevata, persino davanti a Ginevra (5.787) e a Basilea Città (5.740). Ci sono stati aumenti significativi per ambulatori medici, ospedali, Spitex, laboratori e fisioterapia. L’aumento dei consumi, favorito da quello dell’offerta sanitaria, sembra ormai essere entrato in una dinamica che rischia di finire fuori controllo e che non lascia presagire nulla di buono per i premi. Le casse possono solo registrare e fatturare. La pressione sulla politica è destinata ad aumentare.