L'editoriale

Quando la Guerra si traveste da Pace

Il mondo spaventato dall’orso russo corre al riarmo proprio nel momento in cui bisognerebbe chiedersi se non sarà questa l’ultima occasione storica per imboccare la strada opposta, quella del dialogo e del negoziato fra le potenze in vista di un disarmo (almeno) nucleare
Carlo Silini
31.08.2022 06:00

Davanti al ping pong di interpretazioni opposte sul reale pericolo attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, una zona sulla quale il fronte bellico si agita da settimane, s’ingigantisce quella sensazione di ignoranza indotta che si prova quando è impossibile capire dove si sia nascosta la verità. Se i russi parlano di radiazioni nella norma, gli ucraini ritengono che i rischi di perdite di idrogeno e polverizzazione di sostanze radioattive sia molto alto. Ancora più frustrante è assistere allo scaricabarile sulle responsabilità degli attacchi: per i russi sono degli ucraini e per gli ucraini dei russi, ovviamente. È un copione narrativo a cui assistiamo dall’inizio del conflitto: a seconda di chi parla, le colpe stanno sempre dalla parte opposta. E anche se è lapalissiano che ad aggredire sia stato Putin, è ingenuo credere che nel gioco laido della guerra gli ucraini non si sporchino mai le mani. Si chiama retorica bellica e, finché non ci sarà pace, dovremo farci i conti. Tutto questo ricorda una leggenda riportata sul sito Philosophie générale: un giorno Verità e Menzogna si incontrano. Fa molto caldo e così, quando arrivano davanti a un pozzo, Menzogna popone a Verità di fare un bagno insieme a lei. Detto fatto, le due si spogliano e si buttano nel pozzo. Ma di colpo, Menzogna esce dall’acqua, indossa i vestiti di Verità e se la dà a gambe. Verità, furiosa, esce dal pozzo e corre ovunque per trovare Menzogna e recuperare i propri vestiti. Ma il Mondo, vedendola aggirarsi tutta nuda, volge lo sguardo scandalizzato. Verità torna nel pozzo per nascondere la propria vergogna. Da allora Menzogna gira ovunque vestita da Verità. Il Mondo non se ne accorge, anche perché non vuole vedere la nuda Verità. Se su Zaporizhzhia per ora è impossibile stabilire chi abbia indossato gli abiti della Verità mentendo, e viceversa (vedremo se lo capiranno gli esperti dell’Agenzia atomica internazionale), c’è un aspetto sul quale non abbiamo dubbi: a furia di giocare con il fuoco, prima o poi ci si scotta. Più che le possibili conseguenze dei danni alla centrale nucleare, preoccupano le armi mucleari in quanto tali che, fin dall’inizio, fanno da sfondo al conflitto . Se c’è una cosa su cui non dobbiamo farci confondere da Menzogna è che la minaccia dei missili atomici non è circoscrivibile a russi e ucraini. Torna ad aggirarsi il fantasma del bottone rosso che può essere schiacciato da Est o da Ovest in un perverso botta e risposta in cui alla fine ci perdono tutti. I tecnici la definiscono MAD (Mutual assured destruction: mutua distruzione assicurata). Quasi 13.000 missili atomici sono pronti per essere lanciati, la metà dei quali è attivabile in pochi minuti (anche per un errore umano o dell’intelligenza artificiale). Un conflitto atomico «locale» non ci mette niente a diventare «globale». Il mondo spaventato dall’orso russo corre al riarmo proprio nel momento in cui bisognerebbe chiedersi se non sarà questa l’ultima occasione storica per imboccare la strada opposta, quella del dialogo e del negoziato fra le potenze in vista di un disarmo (almeno) nucleare. Ci sono due voci, clamantis in deserto, che dovremmo ascoltare di più. Quella del Papa ci ricorda che un mondo libero dalle armi nucleari è «necessario e possibile», perché il loro uso ma anche il loro semplice possesso è «immorale». E quella del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, secondo il quale «il nostro mondo è stato tenuto in ostaggio» da questo tipo di armi «troppo a lungo». «Tali dispositivi di morte non garantiscono vittoria o sicurezza: per come sono progettati, il loro unico risultato è la distruzione». «Garantiamo la fine dei test per sempre e consegniamo le armi nucleari alla storia», è il suo appello. Come dice Bergoglio, l’armamento nucleare «fornisce solo l’illusione di una "pace di sorta"». È la Guerra travestita da Pace o, se preferite, la Menzogna travestita da Verità.

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