L'editoriale

Stabilità nei centri con qualche sorpresa

Le sindacature nei principali centri del cantone, sempre più trainanti per lo sviluppo della cosiddetta Città Ticino, sono nel segno della continuità o, nel caso di Locarno, della conferma delle previsioni per il dopo Alain Scherrer
Bruno Costantini
15.04.2024 06:00

Il leghista Michele Foletti nella capitale economica Lugano e il socialista Mario Branda nella capitale politica Bellinzona. Poi tre liberali: Nicola Pini a Locarno, Samuele Cavadini a Mendrisio e Bruno Arrigoni a Chiasso. Le sindacature nei principali centri del cantone, sempre più trainanti per lo sviluppo della cosiddetta Città Ticino, sono nel segno della continuità o, nel caso di Locarno, della conferma delle previsioni per il dopo Alain Scherrer. Il Paese non esce rivoluzionato dalle elezioni dei Municipi, salvo in singole realtà dove negli Esecutivi vi sono stati dei cambiamenti di persone o di equilibri (per esempio a Mendrisio con il PLR che ha perso un seggio a favore dell’UDC con l’ex liberale Massimo Cerutti che resta dunque in sella beffando il suo ex partito o a Locarno dove il Centro raddoppia e i Verdi escono di scena). Nel complesso, secondo i calcoli della RSI, ieri è uscito perdente il fronte rosso-verde che ha lasciato sul campo 13 municipali, mentre il Centro è avanzato di 7, di 6 l’area Lega-UDC e di 4 il PLR, con andamenti dei partiti qua e là altalenanti al di là dei seggi ottenuti. Sarà comunque oggi, alla luce dei risultati dei Legislativi, che si avrà l’indicazione sulla salute dei partiti nei Comuni e la misura della consistenza di movimenti come Avanti con Ticino&Lavoro entrato in un solo Esecutivo (Coldrerio), benché fosse ritenuto un babao all’attacco del PS dopo i brillanti risultati alle Cantonali e alle Federali, in particolar modo a Locarno con la candidatura del conosciuto ex municipale Bruno Cereghetti e a Lugano schierando Amalia Mirante. In riva al Ceresio il socialista Raoul Ghisletta è invece riuscito a salvare il seggio lasciato libero da Cristina Zanini Barzaghi, uscita di scena con signorilità. Ghisletta ha una lunga militanza politica e sindacale, pronto a scendere in piazza e a raccogliere firme, non ha certo l’indole della sua predecessora: come riuscirà a conciliare questo suo attivismo con il lavoro di un Esecutivo dove non si può sempre rovesciare il tavolo? È un aspetto che sarà interessante osservare nella legislatura luganese che sta per iniziare. Anche l’altro volto nuovo, il democentrista Marco Chiesa, sarà da scoprire nel suo lavoro da municipale (in sostituzione del compagno di partito Tiziano Galeazzi che è stato il vero eroe della campagna, sapendo in partenza di essere spacciato). Da scoprire sarà anche l’amalgama che potrà crearsi tra i due neoeletti politicamente agli antipodi fra loro e gli altri cinque riconfermati, a partire dal sindaco Michele Foletti che a Lugano rimane la bandiera della Lega (anche di quella della prima ora che ha poco da spartire con certi personaggetti venuti dopo) e che, come dimostrano i dati di panachage, gode di un importante e meritato consenso trasversale. Fosse caduto questo fortino, per via Monte Boglia i tempi del declino sarebbero stati accelerati, checché ne dica l’altro leghista rieletto Lorenzo Quadri. A Palazzo civico chi temeva di più dal confronto elettorale, oltre alla Lega preoccupata per il travaso verso l’alleata UDC e al PS con lo spauracchio Mirante, era il PLR reduce da risultati assai poco brillanti, che invece, seppur in calo di consensi, ha confermato Roberto Badaracco e Karin Valenzano Rossi, scongiurando fra l’altro la lotta fratricida con Fabio Schnellmann; un dramma di cui i liberali, che da undici anni stanno cercando faticosamente di risalire la china e di superare i dissapori interni, non avevano certamente bisogno. Infine, il Centro, pure in flessione, ha confermato l’inossidabile Filippo Lombardi dopo una vivace campagna interna. Insomma, nella ripartizione dei partiti il Municipio della principale città del cantone è una fotocopia del precedente dopo la morte di Marco Borradori, con due volti nuovi, nell’attesa di vedere, probabilmente già con la ripartizione dei dicasteri, quale spirito si instaurerà tra i sette e di conoscere oggi i risultati del Consiglio comunale. Saran gioie? Saran dolori? 

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